Aviaria: altri due casi in Cina. L’Oms lancia l’allarme, Vaia rassicura. Bassetti prudente

Dopo i casi in Cambogia, nuovi episodi di influenza aviaria si sono registrati in Cina. L'Oms ha lanciato l'allarme, Vaia e Bassetti dicono no agli allarmismi!

Aviaria: altri due casi in Cina. L'Oms lancia l'allarme, Vaia rassicura

Nuovi casi di aviaria in Cina, dopo la morte di una ragazzina di 11 anni contagiata in Cambogia. Altri due casi di contagio da influenza aviaria su esseri umani in Cina, una donna di 53 anni residente a Jiangsu, risultata positiva dopo aver mangiato un pollo infetto, e un 49enne della provincia di Guangdong. A questi vanno uniti i due casi di positività al virus H5N1 registrati in Cambogia la scorsa settimana. Ieri il professore Bassetti aveva raccomandato attenzione, spiegando però che il virus al momento non è mutato, e che la situazione al momento non deve creare allarmismo, ma solo grande attenzione da parte della comunità scientifica.

L’Oms continua a lanciare l’allarme!

Sul virus H5N1 l’epidemiologo dell’Oms Richard Peabody ha lanciato l’allarme, dalle pagine del quotidiano spagnolo El Pais: “Temiamo che il virus acquisisca la capacità di diffondersi da persona a persona e che possa provocare una nuova pandemia. La comunità scientifica sta studiando la sequenza genetica di questi virus al fine di monitorarli e sviluppare anche dei vaccini, se necessario. Dobbiamo prepararci“.

Vaia rassicura: “Nessun allarmismo”

Dal suo canto, in un video pubblicato sui social, il direttore generale dell’INMI “Lazzaro Spallanzani”, Francesco Vaia, si è così espresso: “Nessun allarmismo dopo i casi di aviaria in Cina e Cambogia. Dietro l’angolo non abbiamo una nuova pandemia. Certo, mai sottovalutare nulla. E quindi è bene che la comunità scientifica si interroghi e cerchi di adattare gli strumenti che tra l’altro già sono in nostro possesso. Ma è opportuno sottolineare una visione “one health”. Il problema non sono gli animali ma semmai come li curiamo, come li teniamo, in che ambiente li facciamo crescere e li alleviamo. Insomma, la salute degli animali è la nostra salute”.

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