Amnistia e carceri, le ultime news: il sovraffollamento a Taranto e a Latina

Il problema del sovraffollamento continua ad essere una triste costante delle carceri italiane. In Puglia ed in Lazio si registrano esorbitanti tassi di detenuti in sovrannumero.

Venerdì Santo, 7 aprile 2023 lo speciale di A sua immagine su Rai 1

Il problema del sovraffollamento continua ad essere una triste costante delle carceri italiane. A Taranto si è superata la soglia del 100% del sovraffollamento: ci sono, infatti, oltre 600 detenuti quando i posti disponibili sono 300. La situazione delle carceri pugliesi è drammatica (i detenuti aumentano sempre di più mentre gli agenti di polizia diminuiscono), come spiega il Sappe: “Non se la passano meglio altre carceri da Lecce a Foggia, da Trani a Brindisi e così via, tanto è vero che la media del sovraffollamento regionale è di oltre il 60% (3650 presenze a fronte di 2300 posti), livello mai raggiunto a livello nazionale”.

A denunciare la situazione è anche la dirigente del carcere di Trani, nominata da poco senatrice del M5S, ma fin ora la denuncia è stata solo verbale: non si è ancora passati ai fatti. Il Sappe fa sapere di aver chiesto alla senatrice di presentare un’ interrogazione parlamentare urgente che verta sulla situazione delle carceri pugliesi al Ministro Alfonso Bonafede.

Le ultime news dal mondo delle carceri: il sovraffollamento nelle carceri della regione Lazio.

Anche nella regione Lazio il problema del sovraffollamento non è di poco conto. Qui il tasso di sovraffollamento è del 121%, con picchi esorbitanti a Regina Coeli, che registra una percentuale di detenuti in sovrannumero del 155%, e a Latina, con un tasso del 148%.

A parlare della situazione è Stefano Anastasìa, il garante dei detenuti della regione Lazio, che lancia un allarme: “Prima che la situazione diventi ingovernabile, è urgente riprendere la delega alla riforma penitenziaria, lasciata in sospeso dal precedente Governo, e incentivare le alternative al carcere per le pene brevi e per i residui di pena. In questo senso, Regioni ed Enti locali possono fare molto per costruire percorsi di accompagnamento e sostegno ai condannati in esecuzione penale non detentiva”.

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