Amnistia e carceri, le criticità delle strutture penitenziarie di Lecce e di Rovigo

Diverse ed importanti sono le criticità delle carceri italiane. Oggi ci soffermiamo sulle situazioni del carcere di Lecce e di Rovigo.

Amnistia e carceri, le ultime news ad oggi: un detenuto in semilibertà si droga nel ristorante in cui lavora

Nel carcere di Lecce si registra un importante sottorganico del personale di polizia penitenziaria. Sei sigle sindacali (Sappe, Uil, Sinappe, Uspp, Cgil e Cisl), infatti, denunciano la cronica carenza di organico. La situazione da anni non è semplice e gli uomini non sono sufficienti, ma la ciliegina sulla torta è stato il trasferimento da Genova all’istituto di pena pugliese di un detenuto affetto da patologie psichiche che nello scorso aprile aveva tentato il suicidio nel carcere Lecce.

La decisione di riportarlo dove aveva tentato il suicidio è stata aspramente contestata, in quanto si rileva un pericolo sia per il detenuto che per il personale di polizia (prima del tentato suicidio, il detenuto si era reso protagonista di aggressioni ai danni degli agenti).

I sindacati sono preoccupati anche per la prossima apertura, che avverrà a settembre, di un nuovo padiglione all’interno del carcere per 200 detenuti, e chiedono un’immediata integrazione dell’organico: ci vorrebbero, infatti, almeno altre 150 unità soprattutto in vista all’apertura del nuovo padiglione.

Le ultime news dal mondo del carcere: 

La situazione che si vive nel carcere di Rovigo non è semplice. Nei giorni scorsi un agente di polizia penitenziaria è rimasto infortunato nel tentativo di dividere due detenuti che stavano litigando. A commentare la situazione è il sindacato Fp-Cgil , che fa notare come manchino le basi per la sicurezza dei poliziotti penitenziari: “È come se mancassero, in uno dei lavori più rischiosi, le regole di sicurezza. Gli incidenti per mancanza di protocolli, preparazione del personale di polizia penitenziaria, accadono con una certa cadenza”.

Il sindacato denuncia, inoltre, la mancanza di laboratori o altre attività per i detenuti. La mancanza di attività, con il regime di celle aperte, crea una situazione nociva per i detenuti. Manca, inoltre, un direttore a tempo pieno nel carcere di Rovigo, in quanto, spiega il sindacato, “allo stato attuale lo si ha solo per due giorni, a volte anche uno, alla settimana. Anche questo è significativo, com’è significativo che le udienze ai detenuti il direttore del carcere non le abbia mai fatte, mentre solo il comandante di reparto di Rovigo le svolge”.

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