Amnistia e carcere, le ultime news: un detenuto si toglie la vita al Marassi

Al Marassi di Genova, un uomo di soli 30 anni, di origini senegalesi, si è tolto la la vita impiccandosi nella sua cella con una cintura.

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Un nuovo caso di suicidio si è verificato nelle carceri italiane. Al Marassi di Genova, un uomo di soli 30 anni, di origini senegalesi, si è tolto la la vita impiccandosi nella sua cella con una cintura. Il suicida, disoccupato senza fissa dimora, era per la prima volta in carcere: era stato arrestato il 30 luglio scorso per spaccio. A scoprire il corpo senza vita è stato il personale di polizia penitenziaria, che è prontamente intervenuto ma oramai non c’era più nulla da fare: si è potuto solo constatare il decesso dell’uomo.

Il Sappe, commentando l’accaduto, denuncia la situazione in cui versa il Marassi: qui vi sono 720 detenuti, mentre i posti disponibili sono solo 500. Se i detenuti si trovano in un costante sovraffollamento, il personale di polizia penitenziaria è in sotto organico: 160 agenti devono controllare i 720 detenuti.  Michele Lorenzo, segretario regionale del sindacato autonomo, spiega come “Questa ennesima tragedia è il risultato dell’ennesima erronea valutazione che fa la dirigenza di Marassi. Ogni notte ci sono solo due agenti a controllare cinque piani per 300 detenuti. È ora che si cambino i direttori delle case circondariali liguri”.

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Anche il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma si è soffermato a parlare della tragedia, e pone l’attenzione sul disinteresse sociale posto attorno a questi giovani (il suicida era solo e povero). Richiama, inoltre, “alla responsabilità il mondo della cultura, dell’informazione e dell’amministrazione centrale e locale perché la perdita di giovani vite a un ritmo più che settimanale sia assunta nella sua drammaticità come tema di effettiva riflessione e di elaborazione di una diversa attenzione alle marginalità individuali e sociali che la nostra attuale organizzazione sociale produce”.

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