Amnistia e carcere, le ultime news: il sovraffollamento a Torino e ad Ancona

Il problema sovraffollamento nelle carceri italiane non accenna a diminuire. Vediamo qual è la situazione a Torino e ad Ancona.

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Il problema sovraffollamento nelle carceri italiane non accenna a diminuire. A Torino, al 31 dicembre dello scorso anno erano presenti ben 1371 detenuti, mentre la capienza regolamentare è di 1.065 posti. Negli ultimi anni il numero dei detenuti è aumentato: nel 2015 la struttura ospitava 1.162 persone, nel 2016 1.321, fino ad arrivare ai dati ancor più allarmanti del 2017.

Una soluzione sarebbe quella di far accedere il più alto numero di detenuti possibili a misure alternative, ma in particolar modo gli stranieri hanno difficoltà ad accedere a tali misure e ad inserirsi nel contesto sociale di riferimento anche per carenze linguistiche, oltre che per le scarse risorse economiche. I percorsi di reinserimento lavorativo e sociale, però, risultano fondamentali, in quanto contribuiscono ad abbattere il tasso di recidiva.

Il Direttore della Casa Circondariale Domenico Minervini evidenzia quanto sia “necessario sostenere il carcerato con percorsi di inserimento lavorativo e sociale già da uno, due anni del rilascio, perché se no inevitabilmente scelgono la scorciatoia”. Il tasso di recidiva, infatti è del 70%: la maggior parte dei detenuti torna a delinquere, ed è su questo allarmante dato che è necessario lavorare, come osserva  Minervini.

Le ultime news dal mondo delle carceri: il Prefetto di Ancona scrive al Ministro Bonafede per l’allarmante situazione del carcere cittadino. 

Anche nel carcere di Ancona è allarme sovraffollamento detenuti, mentre la polizia penitenziaria è in sottorganico. Gli agenti di polizia, per coprire i turni, sono arrivati ad essere costretti a svolgere orari di lavoro massacranti, e passano anche 40 giorni prima che possano avere una sola giornata di riposo per poter garantire la sicurezza dei detenuti.

Nei giorni scorsi alcune rappresentanze sindacali hanno avuto un incontro privato con Antonio D’Acunto, il Prefetto di Ancona, il quale ha scritto al Ministero di Grazia e Giustizia Bonafede per spiegare l’allarmante situazione e per trovare insieme una possibile soluzione.

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