Due suicidi ed un tentativo di suicidio in meno di 24 ore si sono verificati nel carcere di Civitavecchia. Per un giovane suicida di 36 anni era stata disposta la sorveglianza 24 ore su 24, ma è riuscito comunque a impiccarsi. A commentare i tragici avvenimenti è Donato Capece, il segretario generale del Sappe.
Capece usa parole molto dure per descrivere la situazione più che drammatica che si sta vivendo nelle carceri italiane. “Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”.
Capece ha spiegato che nel carcere di Civitavecchia i detenuti stanno manifestando, e la tensione è molto alta. Questa situazione dovrebbe indurre non solo a riflettere, ma anche ad agire: “Un detenuto che muore o che, peggio, si toglie la vita in carcere è una sconfitta dello Stato e dell’intera comunità. Il suicidio costituisce solo un aspetto di quella più ampia e complessa crisi di identità che il carcere determina, alterando i rapporti e le relazioni, disgregando le prospettive esistenziali, affievolendo progetti e speranze”, commenta Capece.
Le ultime news dal mondo delle carceri, il lodevole lavoro degli agenti di polizia penitenziaria.
Donato Capece fa sapere che, se non fosse stato per il lodevole impegno della polizia penitenziaria, il numero dei suicidi sarebbe stato esponenziale: negli ultimi vent’anni, infatti, in Italia la polizia ha sventato più di 21 mila tentativi di suicidio.
Il suicidio rappresenta un fattore di estremo disagio dei detenuti, ed un agente stressogeno per la polizia penitenziaria. Per questo, fa sapere Capece, “un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati”.
