Amnistia, carcere, riforma ordinamento penitenziario, le ultime dichiarazioni del ministro Bonafede

Il ministro della giustizia Bonafede si è espresso sulla riforma dell'ordinamento penitenziario, ed ha individuato i punti cardini su cui dover lavorare.

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Il nuovo Governo ha fatto sapere più volte di non voler proseguire la scia iniziata dall’ex Ministro Andrea Orlando per quanto riguarda la riforma del sistema penitenziario, e per scongiurare una totale bocciatura il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, nei giorni scorsi ha incontrato il presidente della Camera Roberto Fico.

Durante l’incontro si è discusso delle problematiche delle carceri, e l’incontro è stato giudicato da entrambi positivo, tanto che Palma si era detto fiducioso nel poter trovare insieme delle soluzioni.

Nonostante l’appello del garante nazionale dei detenuti, il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha ribadito le sue perplessità sulla riforma proposta da Andrea Orlando.

Sin da subito, il nuovo ministro si era detto contrario ai principi cardini dalla riforma proposta da Orlando, che prevedeva più misure alternative alla detenzione per coloro che hanno un residuo di pena inferiore a 4 anni e che non abbiano commesso reati legati a mafia, terrorismo e che non stiano scontando la pena al 41 bis.

L’obiettivo della riforma era quello di abbattere il tasso di recidiva, basandosi sul fatto che è statisticamente provato che chi aderisce a misure alternative ha minori possibilità di tornare a delinquere: si voleva, dunque, cercare di rendere utile il periodo detentivo, visto non più come una mera punizione, ma come possibilità di recupero e di reinserimento sociale.

Principio di certezza della pena, reinserimento sociale e abbattimento del sovraffollamento: i punti cardini della riforma del ministro Bonafede.

Secondo il nuovo ministro della giustizia Alfonso Bonafede con le misure previste nella riforma si sarebbe minato al principio della certezza della pena, intesa come esecuzione penale in carcere e non, quindi, come misure alternative.

Tuttavia, il ministro Bonafede riconosce la fondamentale importanza del lavoro per i detenuti, in quanto strada fondamentale per il reinserimento sociale, ma questo deve essere svolto esclusivamente nelle carceri.

Alfonso Bonafede lavorerà sulla risoluzione del problema del sovraffollamento: è necessario aumentare la capienza e migliorare le strutture penitenziarie per rispettare la dignità dei detenuti.

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