Ieri si è svolto un incontro tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo ed il Premier Giuseppe Conte, il quale aveva convocato i sindacati per un confronto sulla manovra economica e sui decreti approvati in Consiglio dei ministri su reddito di cittadinanza e Quota 100. “Abbiamo confermato le ragioni a sostegno della nostra piattaforma e abbiamo confermato la nostra manifestazione del 9 febbraio”, ha dichiarato Camusso.
“Abbiamo ribadito quanto avevamo illustrato al presidente del Consiglio nell’incontro del 10 dicembre, cioè le ragioni della nostra valutazione sulla manovra di bilancio sul fatto che all’impegno di tenere conto di quella discussione non era seguito nessun elemento, tra cui il fatto che anche questa convocazione arriva a posteriori all’attuazione della legge di bilancio“, ha precisato il leader della Cgil. “Tuttavia cogliamo positivamente il ribadire da parte del governo che ci saranno tavoli e momenti di confronto aspettiamo che il governo li applichi concretamente”, ha aggiunto.
Giudizio sospeso su Quota 100 e Reddito di cittadinanza
Su reddito di cittadinanza e pensioni “non abbiamo neanche i testi: è difficile fare una discussione specifica”, ha detto ancora il leader Cgil. “Se il governo aprisse un confronto su questo tema avremmo molte cose da dirgli. Anche il fatto che appaiono in più punti contraddizioni sulle previsioni che sono state fatte nella legge di bilancio”.
Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil in un’intervista a “La Repubblica” ha messo in luce uno degli aspetti più evidenti dell’intervento sulle pensioni contenuto nel decreto legge che riguarda i giovani. “Rischiano di andare in pensione oltre i 70 anni, e questo perché la riforma annunciata dal governo blocca l’aggiornamento dei contributi di anzianità lavorativa alla speranza di vita. Ma non li blocca per quanto riguarda l’età necessaria ad andare in pensione, la cosiddetta pensione di vecchiaia. Questo vuol dire che chi oggi ha 40 anni andrà in pensione a 70“.
“Moltissimi i ragazzi in questa condizione, come moltissimi rischiano di andare comunque in pensione a 70 anche se hanno i versamenti all’Inps. Chi ha contributi di bassa entità, che producono una pensione inferiore a 1,5 volte l’assegno minimo (circa 700 euro) deve comunque andare in pensione a 70 anni”, ha precisato.
Il punto della Uil
“Abbiamo ribadito le richieste contenute nella nostra piattaforma. Abbiamo apprezzato la convocazione del Governo, ma apprezzeremmo di più se si aprissero i tavoli di discussione sui temi della nostra piattaforma”. E’ questo, in sintesi, il giudizio espresso dal Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. “Aspettiamo di sapere se il Presidente del Consiglio convocherà le necessarie riunioni tecniche perché è ancora possibile fare degli aggiustamenti sui contenuti del decretone”, ha chiarito Barbagallo.