Riforma pensioni: Quota 100, lavori gravosi e previdenza al femminile

I temi della riforma delle pensioni: Quota 100, ma non solo. Le dichiarazioni di Durigon, Furlan e Damiano.

Pensioni 2019: blocco della rivalutazione e riduzione delle pensioni di importo elevato. In arrivo altri tagli?

Col decreto legge che ha introdotto Quota 100 ed il Reddito di cittadinanza l’Ape sociale è stata prorogata per un anno. Secondo Cesare Damiano, leader dei laburisti del Partito democratico, in sede di conversione del decreto legge si dovrebbe fare una battaglia per migliorare e rendere strutturale  l’Ape sociale. In un’intervista a “Il Dubbio”, ha precisato: “Io propongo due emendamenti: includere tra le categorie di lavoro gravoso che accedono all’Ape sociale anche gli operai dell’edilizia e gli stagionali; consentire ai disoccupati di lungo periodo di poter andare in pensione con l’Ape anche se non hanno utilizzato gli ammortizzatori. Questo perchè, delle 70mila domande arrivate l’anno scorso, circa 58mila erano di disoccupati. Consentire loro l’accesso alla pensione sarebbe un’azione di equità sociale, che non va dimenticata”.

Secondo Damiano l’Ape sociale andrebbe resa strutturale, “perché tutela chi svolge lavori più faticosi, dai macchinisti delle ferrovie agli infermieri notturni, i disoccupati e le donne, alle quali vengono riconosciuti fino a due anni di contribuzione, un anno per ogni figlio. Con l’Ape sociale può andare in pensione il lavoratore che svolge una professione gravosa che ha 63 anni di età e 36 anni di contributi; chi è disoccupato da almeno 3 mesi, invece, va in pensione con 63 anni e 30 anni di contributi”.
Il sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, ieri a Quarta Repubblica, ha aperto uno spiraglio alla possibilità che lo strumento per le pensioni anticipate con onere a carico dello Stato possa essere riconfermato, dichiarando che “l’Ape sociale è rinnovabile”.

La manifestazione sindacale del 9 febbraio 2019

Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per il 9 febbraio 2019 una manifestazione contro la manovra economica. “Speriamo che dopo la nostra manifestazione che vedrà la partecipazione di tanti lavoratori, pensionati, giovani del nostro Paese finalmente si creino le condizioni per un confronto importante con il governo”, ha affermato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine di un evento sindacale.

“Le parti sociali sono essenziali nella vita del Paese. Speriamo  che il governo lo capisca attraverso un confronto che non può essere attivato quando le cose sono fatte, ma deve essere attivato prima”, ha osservato Furlan. Con il Governo “non abbiamo avuto interlocuzione. Ci siamo incontrati prima di Natale, con il Presidente del Consiglio. Abbiamo esposto la nostre richieste ma non abbiamo trovato nulla, nella stesura della finanziaria, delle questioni che abbiamo posto”, ha chiarito il leader della Cisl.

La mancata riforma delle pensioni

“Dopo tanti anni, finalmente, il 2019 avrebbe dovuto segnare lo sblocco dell’adeguamento delle pensioni bloccate dal governo Monti in poi. Si fa invece, nuovamente, un’ulteriore passo indietro. Ancora una volta i pensionati e le pensionate sono chiamati a fare sacrifici davvero in un clima di iniquità sociale”, ha dichiarato Furlan.

A proposito di Quota 100 il leader sindacale ha sottolineato:” Rappresenta un’opportunità in più per alcuni lavoratori ma ci sono tante categorie che rimangono assolutamente escluse, in modo particolare le donne e i giovani. Proprio per questo il confronto sulla previdenza deve riprendere, va messa al centro la pensione di garanzia per i giovani a va riconosciuto il valore sociale della maternità. “Riteniamo che almeno riconoscere ad una donna lavoratrice un anno di contribuzione per il figlio sia il minimo che lo Stato può fare”, ha precisato.

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