Vittorio Cecchi Gori, ha deciso di agire direttamente nei confronti del «Fallimento A.C. Fiorentina spa», nella persona del suo curatore, recapitando atto di diffida, cui seguirà citazione per danni che una perizia avrebbe stimato in 350 milioni di euro.
Con l’aiuto dell’avvocato Gianfranco Passalacqua che definisce “perdurante inerzia degli organi del fallimento”. Come viene riportato su La Nazione, da oltre 15 anni Cecchi Gori chiede ai giudici di fare chiarezza sulle circostanze che condussero al crac della società di calcio disposto dall’allora giudice Sebastiano Puliga, coinvolto in un’inchiesta di Genova su un giro di fallimenti pilotati tra cui anche quello della Fiorentina e condannato definitivamente a 6 anni di reclusione per falso e la bancarotta di un’azienda privata.
Vittorio Cecchi Gori contro il fallimento della Fiorentina e chiede 350 milioni di euro.
«Nel corso degli anni – ha detto l’avvocato Passalacqua – sono emersi fatti e acquisiti documenti che hanno reso evidenti le gravissime anomalie connesse alle vicende che portarono al fallimento dal quale è derivato, successivamente, il dissesto del gruppo Cecchi Gori. Un’anomalia su tutte: la Covisoc (la Commissione di vigilanza sulle società di calcio, ndr), che nel giugno 2002 riteneva la Fiorentina idonea all’ammissione al campionato di serie A 2002/2003, a distanza di un mese e senza alcuna motivazione, contraddiceva le sue stesse conclusioni.».
«Altra macroscopica anomalia è la circostanza che la Fiorentina fu l’unica società obbligata a saldare in un unica soluzione il suo debito con il Fisco attraverso una compensazione con i crediti vantati dalla stessa per i diritti tv, laddove le altre società, indebitate quanto e oltre la Fiorentina, furono beneficiate con dilazioni trentennali». Cecchi Gori è fiducioso: «Sarà l’occasione per far luce su una vicenda che presenta troppe ombre» ha concluso.