Torino, i sì Tav tornano in piazza. Di Maio: “C’è la Lega? Non mi scandalizzo”

Oltre trentamila persone in piazza a favore dell'alta velocità Torino-Lione. Tra questi anche esponenti della Lega.

Torino, i sì Tav tornano in piazza. Di Maio: "C'è la Lega? Non mi scandalizzo"

Ieri, sabato 12 gennaio 2019, si è svolta a Torino la manifestazione sì Tav che ha visto anche la partecipazione di alcuni esponenti della Lega. Un centinaio di sindaci e amministratori con il cartello che indicava il nome del proprio Comune sono arrivati a Piazza Castello per sostenere la causa. Tra i politici presenti anche il governatore ligure Giovanni Toti e l’ex segretario del Pd Maurizio Martina, che rivendica la sua “coerenza” e invita il governo a decidersi: “Il tempo dell’ambiguità è finito”. A due mesi dalla prima mobilitazione Torino torna a riempirsi di sostenitori dell’alta velocità Torino-Lione: “Siamo più di trentamila, come l’altra volta“, hanno assicurato le organizzatrici.

La Lega in piazza con sì Tav a Torino, Di Maio: “Non mi scandalizzo”

In piazza a Torino anche esponenti della Lega Nord a partire dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari che ha dichiarato: “Sapevamo dal primo giorno che era motivo di dissenso. Non c’è contraddizione nella nostra presenza in piazza oggi. La Lega ha posizione confermata da posizioni storiche in parlamento. Sapevamo dal primo giorno che era un tema divisivo, un conto è ridiscutere il progetto, tagliare sprechi. Un altro è cancellare il progetto. Abbiamo trovato la sintesi su tanti argomenti, lo troveremo anche su questo. Il contratto dice: dopo costi benefici valutare le modalità di attuazione, non realizzarla è un’altra cosa“.

Gli ha replicato il vice premier Luigi Di Maio: “Non mi scandalizzo per il fatto che si vada in piazza a dire che si era per il Sì alla Tav: diciamo che abbiamo fatto la campagna contro le trivelle insieme per il referendum sia noi che la Lega in tempi non sospetti, quando nel 2015 non avevamo nessuna intenzione di neanche di firmare un contratto di governo”.

E l’altro vicepremier, Matteo Salvini, ha dichiarato: “Se non c’è una sintesi all’interno del governo, decidono gli italiani, come è giusto che sia. Nel contratto di governo ci sono i referendum propositivi come in Svizzera, giustamente, quindi se sul Tav non c’è un accordo politico la parola passa agli italiani. Ho ben chiaro in testa che voterei a favore dello sviluppo e della crescita”.

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