Il nuovo decreto Milleproroghe modifica ancora una le regole per permettere a certe categorie di lavoratori di accedere allo smart working. Gli ultimi cambiamenti in commissione al Senato differenziano tuttavia il settore pubblico da quello privato. Vediamo insieme quali sono le novità, così come le riporta il sito del Sole 24 Ore. Con gli emendamenti approvati si prevede una proroga al 30 giugno per la scadenza attualmente prevista al 31 marzo per i lavoratori fragili, sia nel settore privato sia nel settore pubblico, che potranno quindi mantenere questa possibilità per ulteriori tre mesi.
La norma sullo smart working!
Fra le centottanta modifiche al decreto Milleproroghe approvate dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, il capitolo lavoro presenta tre novità di rilievo. L’ultima in ordine di tempo è la riapertura dei termini per consentire alle imprese di accedere al fondo nuovo competenze per formare i propri dipendenti. C’è poi la possibilità di tenere i lavoratori con contratti di somministrazione fino al 2025 anche oltre i 24 mesi previsti. E poi c’è la norma sullo smart working che, per come è uscita e si presenterà al voto dell’Aula di palazzo Madama, sembra creare una palese disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati.
Come abbiamo detto sopra le norme approvate dal Senato e martedì 14 febbraio all’esame dell’Aula di Palazzo Madama hanno creato una disparità di trattamento di fatto tra dipendenti pubblici e privati. Per questi ultimi infatti il lavoro agile potrà essere riconosciuto dal 28 febbraio prossimo (data di entrata in vigore della legge di conversione del Milleproroghe) fino al prossimo 30 giugno sia ai lavoratori fragili sia a quelli con figli fino a 14 anni. Per i dipendenti pubblici, invece, lo smart working sarà riservato soltanto ai lavoratori pubblici con fragilità.