Scuola: dopo il sequestro dello smartphone il padre denuncia preside e insegnante

Torna a far discutere l'uso degli smartphone in classe. Si parte dal caso di un alunno del Trentino, cui è stato sequestrato il cellulare durante l'ora di religione.

Scuola: dopo il sequestro dello smartphone il padre denuncia preside e insegnante

Torna ad accendere il dibattito l’uso degli smartphone in classe. Si parte dal caso di un alunno undicenne di un istituto del Trentino, cui è stato sequestrato dall’insegnante il cellulare, che aveva cominciato a squillare durante l’ora di religione. Come riporta il quotidiano l’Adige, il genitore, dopo tale gesto nei confronti del figlio, ha deciso di affidarsi a uno studio legale per procedere nei confronti del docente e della dirigente, in qualità di rappresentante della scuola media.

Il divieto dell’uso dei cellulari in classe!

Da qualche mese è stata diffusa una circolare che prevede il divieto di utilizzare il cellulare in classe durante le lezioni. Si tratta di un atto a firma del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, contenente le indicazioni sull’uso dei telefoni e di analoghi dispositivi elettronici. Secondo il ministro, il cellulare rappresenta un “elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza”. Con la circolare non si introducono sanzioni disciplinari. L’uso dei dispositivi può essere consentito per finalità didattiche.

Ha ribadito il ministro Valditara: “L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare…distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno.

Il caso dell’alunno del Trentino e le motivazioni del padre!

Il genitore, intervistato dal quotidiano l’Adige, pur riconoscendo le responsabilità del figlio, ha ribadito che sarebbe stato appropriato una nota disciplinare o un richiamo, considerando invece “illegittimo” il sequestro del cellulare. “Le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l’uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l’insegnante non può provvedere al sequestro“, ha dichiarato il padre del ragazzo.

La circolare, firmata da Valditara non consente l’utilizzo del cellulare in classe, ma non indica nello specifico come la scuola dovrebbe intervenire per far rispettare il divieto agli studenti. “Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi”. Inoltre, evidenzia la circolare che ne è consentito l’utilizzo su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

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