Nel corso della giornata di ieri sono arrivati all’isola di Lampedusa almeno settemila migranti. Sono allo stremo delle forze i disperati che sbarcano macilenti e feriti su un molo dove non c’è più spazio. I bambini piangono, ci sono tanti minorenni senza padre e madre, adolescenti che viaggiano da soli, tante donne in stato di gravidanza. Si sta in fila con il cuore spezzato e con la mente rivolta a parenti e amici morti in mare durante la traversata fatta sui barchini di latta.
Operatori sotto una pressione inaudita!
Volontari, medici e infermieri del piccolo Poliambulatorio, della Croce Rossa, della Protezione civile vivono sotto una pressione inaudita. I turni sono saltati, e loro devono stare svegli ogni notte. La stessa cosa vale per gli impiegati comunali, i carabinieri, i poliziotti e i finanzieri, sempre pronti con guanti e mascherina, manganello e scudo protettivo. La loro speranza è di riuscire a mantenere in tal modo l’ordine, di porre un freno alla spinta di masse umane che, a ondate, si avventano improvvisamente.
Un difficile fronteggiamento!
Fra i migranti c’è chi non ha bevuto un sorso d’acqua per uno o addirittura due giorni. Momento per momento con i militari a fare cordone e a spingere questa umanità incrostata di acqua salata e sporca di carburante. Con i manganelli alzati, senza però mai abbassarli, minacciando vagamente delle cosiddette cariche di alleggerimento. Fortunatamente non si arriva allo scontro, sono tutti decisi, secondo le parole del questore Emanuele Ricifari a mantenere i nervi a posto.