Rimborsi per le tariffe telefoniche confermati: ecco cosa è stato stabilito!

Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi di Vodafone, Wind e Fastweb, obbligando a risarcire milioni di utenti. Ecco cosa è stato stabilito.

Rimborsi per le tariffe telefoniche: ecco cosa è stato stabilito!

Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati di Vodafone, Wind e Fastweb, obbligando di fatto tutti gli operatori (è attesa a breve una sentenza analoga per Tim) a rimborsare quasi 10 milioni di loro utenti. Soddisfatti i vertici dell’Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e le associazioni dei consumatori: si calcola infatti che, per il periodo che va da giugno 2017 ad aprile 2018 (quando fu ripristinata la tariffazione a 30 giorni) che agli utenti spetti un rimborso tra i 30 e i 50 euro (a seconda del contratto), pari a in alcuni casi a più di due mesi di canone.

Che cosa fare per ottenere il rimborso.

L’utente non deve aver accettato le misure compensative proposte fino al 14 luglio dagli operatori: si tratta di bonus, regali o giga di traffico aggiuntivo, offerte in maniera assillante e a volte ambigua, tramite sms e chiamate (ricordiamo che, sul piano pratico, tali aggiunte non costano nulla alle compagnie che le propongono). Il rimborso scatterà automaticamente (non sarà quindi necessario averne fatto esplicita richiesta) e non consisterà in una somma di denaro, bensì avverrà secondo il meccanismo della compensazione: la scadenza del nuovo canone sarà posticipata per il numero dei giorni sottratti (da 2 a 3 giorni per ogni bolletta del periodo prima indicato).

Le proteste degli operatori.

Per le compagnie telefoniche si tratta senza dubbio di un esborso pesante (dell’ordine di centinaia di milioni di euro), che coincide con un periodo di crisi del settore (crollo dei ricavi del 27% negli ultimi dieci anni, ingenti investimenti per l’adeguamento delle reti al 5G) ed espone molti dipendenti al rischio disoccupazione.

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