Riforma pensioni: verso l’introduzione di una quota 100 modulare in legge di bilancio

Il governo Lega-M5S è al lavoro sulle diverse misure da introdurre nella prossima legge di bilancio. Tra queste è emersa la Quota 100 modulabile.

Riforma pensioni: verso l'introduzione di una quota 100 modulare in legge di bilancio

Per il superamento della Legge Fornero, il governo è al lavoro sulle diverse misure da introdurre nella prossima legge di bilancio. Tra queste è emersa la Quota 100 modulabile, che prevede l’uscita al raggiungimento di quota 100, nella somma tra età anagrafica e anzianità contributiva, con differenti modulazioni a seconda dei settori di appartenenza dei lavoratori.  

Riforma pensioni: l’introduzione di una quota 100 modulare in legge di bilancio per superare la Legge Fornero.

L’obiettivo della quota 100 modulabile è che nel caso in cui non fosse possibile consentire a tutti i lavoratori di 64 o 65 anni di andare in pensione con 36 o 35 anni di contributi, verrà concessa la priorità ad alcuni lavoratori, in base alla tipologia di lavoro o alla situazione. Ad esempio, con questa misura potrebbero avere la precedenza i lavoratori coinvolti in crisi aziendali.

Come riportato su il Sole 24 ore, questa nuova ipotesi prende spunto da alcuni misure attualmente in vigore. Una di queste è il fondo esuberi del settore bancario “che attraverso un mix di sostegno al reddito e uscite incentivate conduce al pensionamento non “traumatico” i lavoratori coinvolti nei processi di ristrutturazione”.

Un’altro strumento dove la “Quota 100 modulabile” ha preso spunto è quello del fondo Tris, utilizzato nel settore chimico-farmaceutico che assicura degli assegni integrativi ai lavoratori che vanno anticipatamente in pensione per consentire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Come viene riportato su il Sole 24 ore, un altra misura a cui ha preso spunto è quello dell’isopensione, introdotto dalla riforma Fornero per garantire agli esodati da aziende con almeno 15 dipendenti uno scivolo verso il pensionamento di massimo 4 anni completamente a carico dell’impresa.

Questa tipologia di pensionamento anticipato è stata adottata da numerose aziende di grandi dimensioni e consentendo ai datori, previo accordo sindacale, di far uscire i dipendenti distanti dalla pensione fino a un massimo di 7 anni.

Ciò che resta da sciogliere, in vista dell’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Def) che dovrà arrivare entro il 27 settembre, è il nodo delle risorse.

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