A partire dal 1 gennaio 2019 ci saranno gli adeguamenti dell’età pensionabile dovuti all’aumento della speranza di vita. Dunque, i requisiti per accedere alla pensione subiranno un aumento di 5 mesi. Il governo Lega-M5S guidato dal premier Giuseppe Conte sta studiando la possibilità di bloccare questo meccanismo di adeguamento automatico dell’età di pensionamento all’aumento dell’aspettativa di vita. L’obiettivo è fissare per sempre età della pensione di vecchiaia ai 67 anni, che scattano dal 2019.
Riforma pensioni, fissare a 67 anni la pensione di vecchiaia dopo il 2019.
Secondo quanto trapelato ci potrebbe essere anche lo stop all’aumento dell’adeguamento biennale della speranza di vita di cinque mesi di contributi nel 2019 per i requisiti richiesti per il pensionamento anticipato. Invece, l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia, salirebbe a 67 anni nel 2019, ma si bloccherebbe senza ulteriori aumenti nei bienni successivi fino a 70 anni e oltre.
La Ragioneria generale dello Stato in un rapporto ha spiegato che l’abbandono degli adeguamenti automatici porterebbe già nel 2033 la spesa previdenziale ad un livello più alto di circa lo 0,8 per cento di Pil, rispetto a quello attuale. L’effetto cumulato fino al 2060 sarebbe di ben 21,7 punti di prodotto. Ai valori attuali, qualcosa come 400 miliardi. Senza contare che sempre secondo la Rgs si determinerebbe «un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano con conseguente peggioramento della valutazione del rischio Paese».
Per la Ragioneria generale dello Stato si avrebbe «un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano con conseguente peggioramento della valutazione del rischio Paese».
Riforma pensioni, tutte le novità sulla quota 100.
La quota 100 – intesa come somma di età e contributi – dovrebbe permettere l’uscita anticipata (rispetto ai requisiti attuali) di circa 400mila lavoratori il prossimo anno. Il limite per accedere a Quota 100 è stato fissato a 38 anni di contributi e 62 anni di età. Si potrà lasciare anche combinazioni più elevate (39 e 62, 40 e 62, 38 e 63, 38 e 64 e così via), ma mai con combinazioni che vadano sotto i due limiti minimi.
L’operazione dovrebbe costare 7-8 miliardi e per renderla meno onerosa si ipotizzano sia l’esclusione dei contributi figurativi dal computo sia qualche forma di penalità in rapporto agli anni anticipati: per esempio 1,5 per cento in meno per ogni anno.