Riforma pensioni: il nuovo paletto in vista per quota 100. Ecco di cosa si tratta!

Con introduzione della Quota 100 per il superamento della Legge Fornero, potrebbero ritornare i divieti di cumulo tra pensione e redditi da lavoro.

Riforma pensioni, spunta un nuovo paletto per quota 100

Secondo un editoriale pubblicato sul quotidiano il Messaggero, con introduzione di quota 100 in manovra per il superamento della Legge Fornero, vi è la possibilità di un ritorno del divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro che erano stati aboliti nel 2009.

L’esecutivo gialloverde con l’introduzione della Quota 100 mira a favorire il ricambio generazionale nel mercato del lavoro e aumentare le possibilità di impiego per i giovani. Introducendo il divieto di cumulo, e impedendo ai dipendenti anziani di continuare a lavorare, si darebbe dunque un’ulteriore spinta alla staffetta generazionale.

Riforma pensioni: divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro per chi lascia a 62 anni.

Per chi esce dal mondo del lavoro con la cosiddetta «quota 100» fissata a un limite di 62 anni di età e 38 di contributi, potrebbe essere completamente vietato intraprendere attività autonome o a anche da dipendente per arrotondare la pensione. Invece, nessun paletto per chi decide di andare avanti fino a 66 anni e 7 mesi. Non è ancora deciso, come riportato su Il Messaggero, se il divieto di cumulo sarà “assoluto” oppure se ci sarà un meccanismo di penalizzazione come in passato.

Resterà in vigore il pensionamento di vecchiaia a 67 anni e 10 mesi: per chi avrà questo requisito o per chi arriverà alla contribuzione massima, 42 anni e 10 mesi, non ci saranno divieti di cumulo. “Chi ha 63 anni – spiega Il Messaggero – dovrà comunque garantire i 38 anni di contributi e, dunque, la quota salirà a 101, e così via”.

Nei giorni scorsi come trapelato da fonti di governo, chi andrà in pensione con quota 100 non subirà alcuna penalizzazione per quanto riguarda gli importi. Dunque non ci sarà nessun ricalcolo dei contributi a partite dai versamenti effettuati dopo il 1996 come era stato ipotizzato in un primo momento. E nessuna penalizzazione dell’1-1,5% sull’assegno.

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