Riforma pensioni, Quota 100: spuntano le tre nuove soluzioni di risparmio costi per superamento della Fornero

I tecnici di Lega-M5S sono al lavoro per trovare le coperture finanziarie per attuare le misure prioritarie previste nel contratto di governo.

Riforma pensioni, quota 100: spuntano tre nuove soluzioni di risparmio costi per superamento Fornero!

I tecnici delle due forze di governo Lega-M5S sono al lavoro per trovare le coperture finanziarie per attuare le misure prioritarie previste nel contratto di governo: pensioni, flat tax e reddito di cttadinanza. Al centro della discussione vi è l’introduzione di una Quota 100 con 62 anni e 38 anni di contributi.

Questa misura, per superare la riforma Fornero avrebbe un costo di 13 miliardi di euro nel 2019 che potrebbe salire a regime a 20miliardi, secondo le simulazioni della società Tabula, guidata da Stefano Patriarca. In un editoriale de il Corriere della Sera vengono analizzate tre nuove soluzioni di risparmio costi per la Quota 100.

Riforma pensioni: tre nuove ipotesi di introduzione di Quota 100 in legge di bilancio.

Nell’editoriale pubblicato da Il Corriere della Sera, firmato da Enrico Marro l’ipotesi «quota 100» ipotizzata dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che prevede l’accesso alla pensione già a 62 anni d’età, purché si abbiano 38 anni di contributi è la più generosa.

Perchè viene riportato: “consentirebbe a una platea potenziale di 492mila lavoratori di andare in pensione nel 2019. Il costo sarebbe appunto di circa 8 miliardi. Che salirebbe se, come vuole Matteo Salvini, si abbassasse a 41 anni e mezzo anche il requisito per la pensione anticipata.”.

Ricordiamo che, da gennaio 2019, occorrono almeno 43 anni e 3 mesi di contributi per i lavoratori, e 42 anni e 3 mesi in meno per le lavoratrici a prescindere dall’età e per andare in pensione di vecchiaia servono invece 67 anni d’età e almeno 20 anni di contributi.

Poi come viene riportato su il Corriere della Sera vi sono le ipotesi più restrittive. Una è quella relativa all’applicazione del ricalcolo contributivo che permetterebbe l’uscita dal lavoro in cambio di una decurtazione dell’assegno per effetto del ricalcolo contributivo sui versamenti dal 1996 in poi.

Applicando tale paletto, il lavoratore andrebbe a prendere una pensione più bassa del 10-15% circa secondo quanto riportato sul quotidiano. Un’altra opzione che l’esecutivo starebbe prendendo in considerazione sarebbe quella di prevedere un massimo di 2 anni di contributi figurativi, legando la nuova Quota 100 agli scatti biennali previsti dal meccanismo della ‘speranza di vita’.

Una terza ipotesi, sarebbe quella relativa all’introduzione di una Quota 100 molto simile all’Ape Social, prevedendo cioè la concessione dell’uscita pensionistica solamente alle categorie di lavoratori svantaggiati e che svolgono lavori gravosi.

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