Riforma pensioni: quota 100 e reddito di cittadinanza non partiranno prima di aprile!

La riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza, secondo quanto trapelato, saranno slittate nel mese di aprile e dunque non più a gennaio 2019.

Riforma pensioni: quota 100 e reddito di cittadinanza non partiranno prima di aprile

La riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza, secondo quanto trapelato, saranno slittate nel mese di aprile e dunque non più a gennaio 2019 come inizialmente promesso dal governo impegnato sulle misure previdenziali che dovranno essere inserite nella legge di bilancio. Un rinvio, che potrebbe contenere la spesa entro i 16 miliardi previsti per il 2019.

Per ministero dell’Economia sarà un fine settimana di lavoro, in vista del Consiglio dei Ministri in programma lunedì. Il ministro Giovanni Tria dovrà consegnare il decreto legge fiscale e, possibilmente anche il disegno di legge di Bilancio. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato: «Lunedì approveremo il decreto fiscale, propedeutico per la manovra che verrà approvata successivamente e comunque entro il 20 ottobre».

Quota 100, ultime novità: potrebbe ritornare il meccanismo delle “finestre”.

Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi come viene riportato su today.it: “definisce possibile la reintroduzione delle finestre per l’uscita dal lavoro che partirebbe dunque dopo il primo trimestre, con le date di uscita fissate ad aprile, luglio, ottobre e gennaio 2020. Questo significa, in concreto, che chi oggi possiede i requisiti per uscire dal lavoro non potrà andare in pensione il 1° gennaio 2019, ma dovrà aspettare la prima finestra disponibile: aprile.”.

Coloro che avranno raggiunto Quota 100 con 62 anni di età e 38 di contributi nel 2019 l’uscita scatterà solo a partire da aprile prossimo con cadenze trimestrali per i successivi via libera dal lavoro. Si sta valutando il reinserimento di questo meccanismo delle finestre di uscita in vigore prima della riforma Fornero per contenere i costi, stimati a circa 7 miliardi di euro. La platea interessata è di circa 400mila lavoratori che avrebbero i requisiti per il pensionamento con quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione).

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