Riforma pensioni, tutte le ultime novità su Quota 41 e sull’opzione donna!

Rinviata all’anno prossimo la discussione sull’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi e invece opzione donna dovrebbe essere confermata.

Riforma pensioni, le ultime novità su Quota 41 e opzione donna

Superato l’ostacolo del varo della Nota di aggiornamento al Def con un indebitamento al 2,4% all’anno per i prossimi 3 anni. Secondo quanto trapelato, saranno richiesti almeno 62 anni e 38 anni di contributi per andare in pensione con quota 100 e invece, la quota 41 sarà rinviata al prossimo anno.

Pensioni, quota 41 salta al 2019 e verso la conferma di opzione donna.

La quota 41 permetterebbe ai lavoratori precoci di andare in pensione con il solo requisito contributivo dei 41 anni e senza obbligo di raggiungimento di alcun requisito anagrafico. Il rinvio di questo sistema al 2019 penalizzerà i nati dopo 1957 che hanno cominciato a lavorare giovani ma oggi non hanno ancora raggiunto i 43 anni di contributi previdenziali, dovranno rimanere ancora in servizio.

Ad esempio, un lavoratore nato nel 1958 che ha iniziato a lavorare nel 1978 dovrà aspettare il 2020, mentre se si è nati nel 1959 pur avendo cominciato a lavorare nel 1978, a 19 anni, l’attesa in assenza di cambiamenti, sarà di due anni.

“Pensionati in piazza? Tutti, lavoreremo con tutti e non ho mai detto che non verrà rifinanziata opzione donna. E per quota 41 il 2019 sarà l’anno per risolvere anche questo problema“. Queste sono le parole del vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio pronunciate in conferenza stampa in Campidoglio.

Opzione donna che consente il prepensionamento con 57-58 anni di età e 35 anni di contributi versati. Questa agevolazione non sarebbe però a costo zero per le lavoratrici, perché in questo caso si vedrebbero consegnare un assegno con un importo calcolato esclusivamente con il metodo contributivo. In termini economici si tratta di un abbassamento che potrebbe andare dal 25 al 35% dell’importo previsto.

Anche nel 2019, quindi, si dovrebbe continuare a poter uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che con 43 anni e 3 mesi. Invece, opzione donna dovrebbe essere confermata.

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