Riforma pensioni: introduzione di quota 100 nella prossima legge di bilancio!

Dopo la pausa estiva, il governo Lega-M5S ritornerà al lavoro sulle misure per smantellare la riforma Fornero da inserire nella prossima legge di Bilancio.

Riforma pensioni: introduzione di quota 100 nella prossima legge di bilancio!

Dopo la pausa estiva, il governo Lega-M5S ritornerà al lavoro sulle diverse misure per smantellare la riforma Fornero da inserire nella prossima legge di Bilancio. Sicuramente troverà  spazio nella manovra a settembre soltanto la quota 100, invece, per quanto riguarda la quota 41 o 42 slitterà molto probabilmente nel 2020.

Riforma pensioni, quota 100 in Legge di Bilancio per superare la riforma Fornero.

La “Quota 100” prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100. A causa di problemi di risorse potrebbe prevedere dei paletti, tra requisiti di età e contributi versati. Infatti, per beneficiarne saranno richiesti almeno 64 anni di età e 36 anni di contributi.

Secondo una prima stima, servirebbero 4 miliardi per la quota 100 nella legge di bilancio 2019 e per applicarla senza alcun paletto servirebbero cifre ben maggiori. Dopo la terribile tragedia di Genova, lo scenario sulle risorse è al momento incerto e maggiori dettagli si avranno sicuramente alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre.

Da ricordare, che a partire dal 2019 scatteranno anche gli incrementi riguardanti i nuovi requisiti di uscita dal lavoro, legati all’adeguamento dell’aspettativa di vita. Per la pensione di vecchiaia bisognerà aver maturato almeno 67 anni di età (che diventano 71 per la quiescenza contributiva pura). Anche l’uscita secondo i criteri di anzianità vedrà incrementare i parametri fino a 43 anni e 3 mesi di contributi versati per gli uomini, e 42 anni e 3 mesi per le donne.

Secondo uno studio presentato dalla Banca di Francia su base europea, i tassi di attività delle persone tra i 50 ed i 74 anni hanno subito una crescita importante, passando nella media dal 41% al 49%. L’Italia è tra i Paesi nei quali questo fenomeno è stato particolarmente acceso, dove si è registrato una crescita del +11% rispetto al 2017. Per quanto riguarda invece il tasso di disoccupazione in età avanzata, si è verificato un aumento dell’1,4% rispetto al 2008, mentre nel settore giovanile (dai 15 ai 24 anni) ha registrato una crescita del 4,8%.Tra i 25 ed i 49 anni si è rilevato invece un tasso più contenuto, stimato al +2,8%.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore