Riforma pensioni: i commenti di Mauro D’Achille sulle disposizioni contenute nel DEF!

Le prime osservazioni critiche sul DEF vengono fornite da Mauro D'Achille, amministratore del gruppo Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni.

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Le ultime news sul fronte pensioni e DEF vengono fornite da Mauro D’Achille, amministratore del gruppo Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni, che dopo l’approvazione definitiva del DEF commenta in modo critico le disposizioni contenute all’interno del documento di Economia e Finanza, e che non avvantaggeranno gli esodati, le donne, i disoccupati, i lavoratori gravosi, e le fasce di lavoratori più deboli.

Pensioni: i primi commenti di Mauro D’Achille del gruppo Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni.

Spiega D’Achille nel post pubblicato ieri: “Poco tempo fa, parlando dell’accordo sull’ILVA stipulato da Calenda, Di Maio parlò di delitto perfetto. Salvo poi approvarlo ed intestarsene i meriti. Ieri sera, con l’approvazione definitiva del DEF, abbiamo assistito ad un vero, questo si, delitto perfetto: di cui abbiamo un mandante, Salvini che lo ha fatto redigere al suo economista di fiducia Brambilla, un sicario, Di Maio stesso, che in quanto ministro del lavoro se ne assume la responsabilità, e le vittime:

  1. Tutti coloro che, pur avendo già versato più di 38 anni, non potranno andare in pensione.
  2. Tutti coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue, come le donne.
  3. Gli esodati, che grazie alla Fornero, non hanno più trovato lavoro dopo aver raggiunto accordi in base alle leggi all’epoca vigenti, che non sono rientrati nelle otto salvaguardie loro dedicate finora.
  4. I disoccupati, che per raggiungere i 38 anni di contributi o i 62 di età dovranno versare corposi contributi volontari oppure aspettare il doppio degli anni prima di raggiungere la meta.
  5. I lavoratori gravosi, i caregivers e gli invalidi oltre il 73%, cui le precedenti modifiche avevano rivolto un occhio benevolo”.

D’Achille: “Dal governo del cambiamento sarebbe stato lecito aspettarsi un cambiamento a favore delle categorie di lavoratori più deboli”.

Prosegue D’Achille: «In compenso, ad essere felici, saranno i laureati, i diplomati, i dipendenti pubblici, i dipendenti privati di grandi aziende che non hanno mai dovuto interrompere il loro lavoro per licenziamento. Buon per loro, di tutto cuore, ma sinceramente da un Governo che si autodefinisce “del cambiamento” sarebbe stato lecito aspettarsi un cambiamento che andasse in direzione delle categorie di lavoratori e lavoratrici più deboli!

Che avesse a cuore le difficoltà degli operai, piuttosto che dei quadri, della situazione occupazionale drammatica che da sempre si vive nel Meridione, dove un lavoro continuativo è un miraggio. Che tenesse ben presente il lavoro di cura delle donne, lavoratrici e madri e badanti dei propri genitori anziani. È vero, c’è differenza tra un Governo che guarda a sinistra ed uno che guarda a destra. E la manovra pensionistica è stata scritta dalla Lega Nord ( non mi si dica che il termine nord non compare più sul logo di Salvini!)».

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