Riforma pensioni ed economia: le novità su dual tax, reddito di cittadinanza e previdenza

Il governo ha l'obiettivo di inserire nella legge di Bilancio le tre riforme: riforma delle pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax.

Riforma pensioni ed economia: le novità su dual tax, reddito di cittadinanza e previdenza

Il governo gialloverde ha l’obiettivo di inserire nella legge di Bilancio 2019 le tre principali riforme promesse durante la campagna elettorale e inserite nel contratto di governo: riforma delle pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax.

Per avere un quadro completo sulle coperture per avviare queste tre misure si dovrà aspettare il 27 settembre 2018 quando l’esecutivo dovrà pubblicare la nota di aggiornamento al Def.

Le novità su dual tax, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni.

In merito al reddito di cittadinanza, il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha rassicurato che il sussidio partirà nel 2019.

Dobbiamo mettere le coperture in legge di bilancio per consentire almeno ai 5 milioni di persone in povertà assoluta di reinserirsi lavorativamente” e “Non diamo soldi alle persone per starsene sul divano” ha detto il vicepremier.

L’importo dell’assegno dovrebbe essere di 1.638 euro al mese in caso di famiglie composte da 2 genitori disoccupati e 2 figli minorenni e poco più 1000 euro in caso di famiglia composta da un solo genitore e un figlio minorenne.

Per quanto riguarda la flat tax è diventata una dual tax, con tassazione al 15% per i redditi fino a 80.000 euro, al 20% per quelli superiori. Invece, per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito familiare. I costi di questa misura sono molto elevati, probabilmente non arriverà prima del 2020.

Nei prossimi giorni, in merito alla previdenza l’esecutivo dovrà quantificare i fondi da destinare alla quota 100, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100.

Su il Sole 24 ore si legge che sono due le opzioni sul tavolo: “dare il via a quota 100 come ulteriore strumento per la gestione degli esuberi, rendendo modulabili il requisito anagrafico e quello contributivo e attivando un fondo unico o più fondi; rendere possibile l’uscita a una platea più ampia, ad esempio per alcune specifiche categorie di lavoratori oppure con vincoli rigidi (età non inferiore ai 64 anni, ricalcolo contributivo e soli 2 anni di contribuzione figurativa).”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore