Riforma pensioni, capitolo esodati: le ultime novità nell’intervista a Luigi Metassi!

Le novità sul capitolo esodati ci vengono fornite in un'interessante intervista da Luigi Metassi, amministratore del Comitato Esodati Licenziati e Cessati.

Pensioni, capitolo esodati: le ultime novità nell'intervista a Luigi Metassi!

Il Comitato Esodati Licenziati e Cessati ha diffuso in questi giorni un comunicato in cui ha reso note alcune importanti decisioni. Luigi Metassi, amministratore del gruppo, in un passaggio del post pubblicato su Facebook, ha così spiegato: “Ad inizio anno abbiamo costituito una sezione romana del Comitato ed è ora tale gruppo che, per ovvie ragioni logistiche e tattiche, deve farsi carico di organizzare e partecipare agli incontri con gli esponenti della politica curando, nel contempo, l’attenzione dei media.

Ora il testimone deve passare al gruppo che è sul territorio romano il quale, nel corso di questi ultimi dieci mesi, ha potuto formarsi con l’appoggio di noi coordinatori. La buona eco ottenuta dal presidio e dall’incontro del 18 ottobre scorso costituiscono un momento chiave della nostra rivendicazione che lasciamo in dote al nuovo gruppo, certi che saprà sfruttarla al meglio”.

Ne abbiamo parlato con Luigi Metassi, che ci ha spiegato i motivi alla base di questa decisione.

Il punto sulla questione esodati nell’intervista a Luigi Metassi del Comitato Esodati Licenziati e Cessati.

Gentilissimo Luigi, ci vuole spiegare da cosa nasce la decisione di assumere un posizione più defilata come dichiarato nel comunicato diffuso pochi giorni or sono?

Diciamo subito che noi vecchi coordinatori abbiamo fatto un passo di lato ma restiamo presenti e disponibili se il nostro contributo è richiesto. Il Comitato è nazionale e il gruppo romano fa parte a tutti gli effetti del Comitato al quale riferisce di ogni iniziativa. La necessità di un graduale avvicendamento era già stata sentita a suo tempo dalla “Rete dei Comitati” che si sciolse nel novembre del 2016, poco prima dell’approvazione della ottava salvaguardia.

Ricordiamo che quando parliamo di esodati, parliamo di soggetti sessantenni che mai e poi mai avrebbero immaginato che, una volta terminata la carriera lavorativa, una legge fortemente indiziata di incostituzionalità a causa dei suoi perniciosi effetti retroattivi avrebbe potuto mettere a serio repentaglio il loro futuro. Nasce quindi la oggettiva necessità di sgravare chi – fortuna sua – è uscito ormai da tempo dall’esodo, garantendo nel contempo la continuità d’azione con l’immissione di soggetti tuttora esodati quindi fortemente motivati. Se vogliamo sintetizzare: da un impegno di volontariato si è voluto passare al coinvolgimento diretto degli interessati per garantire continuità e vigore nell’impegno ma anche per offrire una veste maggiormente credibile al Comitato di fronte alla politica. Se a parlare è un esodato escluso dalle precedenti salvaguardie, nessuno potrà mai sostenere, come in certi frangenti purtroppo è avvenuto, che gli esodati non esistano.

Dal comunicato e dalla vostre parole traspare la solita determinazione, che contraddistingue da sempre, l’attività del gruppo ma anche un velo di amarezza e delusione.

Assumere posizioni defilate dopo anni di costante ed intenso impegno, il che significa lavoro, studio e responsabilità, è umano che infonda un pò di amarezza ma ce ne siamo già fatti una ragione. La delusione è per la mancata approvazione di quel Decreto urgente che il nostro Comitato chiedeva ancora prima del passaggio di consegne da parte della precedente legislatura. Abbiamo iscritti che sopravvivono ormai solo grazie all’assistenza fornitagli dalla Caritas; l’urgenza del Decreto era palese e rientrava pienamente nelle facoltà del Governo Gentiloni nel periodo intercorso tra le elezioni del 4 marzo e l’insediamento del nuovo Governo, così come rientrava nelle facoltà del Governo Conte, tanté che lo stesso on. Di Maio, nel corso di una trasmissione radiofonica, ad una nostra iscritta rispose chiaramente e inequivocabilmente che, se la salvaguardia non fosse rientrata nel Decreto Dignità, sarebbe comunque stata inserita nel decreto successivo, prima della Legge di Bilancio. Nulla rispose il Governo Gentiloni alle nostre insistenze ed ora siamo arrivati alla Legge di Bilancio.

Che risultati ha fruttato l’incontro del 18 ottobre 2018 e che prospettive concrete ci sono per la nona salvaguardia?

«Il Ministro Di Maio ha ascoltato le istanze degli “esodati” e ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in legge di bilancio.» Questo è in sintesi il laconico comunicato rilasciato da Ministero al termine dell’incontro. In considerazione dell’etica propria del nostro Comitato, non troverei corretto sovrappormi ad un comunicato ministeriale apportando dettagli che lo stesso Ministero ha ritenuto di non divulgare. Posso però affermare che dall’incontro ne siamo usciti discretamente soddisfatti e con la convinzione che questo Governo sia realmente intenzionato ad approvare una adeguata soluzione per questi ultimi esodati.

La nona salvaguardia nei programmi del nuovo governo: le alternative possibili.

Lei, nel comunicato in questione, ha spiegato che la nona salvaguardia andrà conquistata ai Tavoli tecnici, cercando di evitare che il diritto possa venire surrogato da soluzioni riduttive o inadeguate. Esiste questo rischio secondo lei?

Dal momento che il comunicato ministeriale, emesso a seguito dell’incontro del 18 ottobre scorso, parla di «lavorare ad una soluzione da portare in legge di bilancio.» e se le parole hanno un significato, mi pare evidente che, nella mente della controparte, la salvaguardia sia una soluzione ma non è detto che sia l’unica. A questo proposito, in più occasioni nel corso di precedenti incontri, le istituzioni hanno voluto sondare l’ipotesi della Quota 100; ipotesi inadeguata che abbiamo fermamente rigettato perché tutelerebbe solo una parte esigua dei 6.000 esodati ed escluderebbe in massa le donne per via delle contribuzioni largamente discontinue.

Tanto meno sarebbe adeguato applicare nei confronti degli esodati una soluzione che comportasse delle penalizzazioni sul calcolo della liquidazione. Non dimentichiamo che gli esodati rivendicano un diritto quesito e non una riforma dell’attuale regime pensionistico. Per altro verso, anche tra gli stessi comitati e tra gli stessi esodati regna tuttora una certa confusione nel contestualizzare obiettivi realistici e questo potrebbe nuocere gravemente. Intanto “esodato” non è chiunque abbia perso il lavoro prima, né tanto meno dopo, la riforma del 2011 ma è colui al quale l’introduzione della riforma abbia interrotto un ben definito percorso di accompagnamento alla pensione, regolato dalla ex Legge 223/1991, o conseguente all’ottenuta autorizzazione ai versamenti volontari oppure collegato alla fruizione di ammortizzatori sociali quali la CIG o la disoccupazione, oppure ancora, genitori in congedo biennale quali fruitori del comma 151 della LG 104 e lavoratori a tempo determinato. Questi e solo questi sono i soggetti “esodati” per i quali si può parlare, a seconda dei casi, di diritto quesito tout-court o quanto meno di diritto al transitorio che, è bene menzionarlo, in ambito UE si estende fino a 12 anni.

Infine, coloro che adesso si fanno carico della continuità operativa non devono dimenticare che sta al legislatore scrivere i testi di legge e reperire le relative coperture economiche. Sarebbe antitetico e sgradevole che ora i nuovi delegati si volessero sostituire al legislatore presentando loro una bozza di legge. Coloro ai quali abbiamo delegato la rappresentatività possono però portare la nostra esperienza, trasmessagli con lungo e paziente lavoro durato ben dieci mesi, in supporto al legislatore ed in questo penso che potrebbero essere di notevole aiuto, quanto meno nel circoscrivere dettagliando correttamente le declaratorie delle categorie di lavoratori coinvolti. Tutto questo premesso, resta lo scoglio di una Legge di Bilancio povera di risorse e duramente contestata, sia dalle autorità europee che dai maggiori analisti internazionali.

Delle riforme anticipate dal programma di governo restano molte incognite. Ci auguriamo che, per gli esodati, così come per Quota 100 e Opzione Donna, non si finisca con l’andare incontro a parziali rinvii o limitazioni che quel «lavorare ad una soluzione» di cui parlavo prima potrebbe voler anticipare. Noi ci auguriamo vivamente che questo sia ben chiaro a coloro ai quali abbiamo testé ceduto il passo. Ignorare questo significherebbe andarsi a schiantare inesorabilmente, trascinando con se tutti i 6.000.

Le prossime iniziative del Comitato Esodati Licenziati e Cessati e della delegazione romana.

In conclusione, quali sono le prossime iniziative del Comitato e della delegazione romana, incaricata di seguire più da vicino la vicenda degli esodati e della nona salvaguardia?

La presentazione della Legge di Bilancio alle camere è cosa ormai prossima e non c’è molto spazio per ulteriori iniziative se non quella di mantenere frequenti contatti con i parlamentari delle Commissioni Lavoro e il Ministero per monitorare l’evolversi della situazione. Nel contempo e non solo sul territorio romano, altri esodati, preparati dal gruppo di lavoro del Comitato, continuano nel lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento dei media che tanto hanno fino a qui valso nel mantenere accesi i riflettori sulla vicenda esodati. Noi siamo fiduciosi che la Legge di Bilancio 2019 porterà la nona salvaguardia ma, se malauguratamente questa non fosse la soluzione definitiva attesa e necessaria dopo sette anni di sofferenze, abbiamo già pronte le nuove leve che saranno in grado di portare avanti l’opera del Comitato.

Ringraziamo Luigi Metassi, amministratore del Comitato Esodati Licenziati e Cessati e curatore del blog Il volo della Fenice, per la cortese disponibilità e gli auguriamo buon lavoro.

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