Riforma pensioni, blocco adeguamento aspettattiva di vita dal 2019

Allo studio esecutivo fissare la pensione di vecchiaia a 67 anni senza far scattare gli adeguamenti biennali legati all'aspettativa di vita.

Riforma pensioni, blocco adeguamento aspettattiva di vita dal 2019

Con l’approvazione della nota di aggiornamento al Def, è cominciato l’iter che porterà al varo della manovra economica del Governo M5s- Lega, guidato dal premier Giuseppe Conte.  Per quanto riguarda le pensioni, secondo quanto trapelato ci potrebbe essere anche lo stop all’aumento dell’adeguamento biennale della speranza di vita di cinque mesi di contributi nel 2019 per i requisiti richiesti per il pensionamento anticipato. Invece, l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia, salirebbe a 67 anni nel 2019, ma si bloccherebbe senza ulteriori aumenti nei bienni successivi fino a 70 anni e oltre.

Riforma pensioni, stop all’aumento dell’adeguamento biennale della speranza di vita.

“Di fatto – come si legge su quotidiano.net – verrebbe neutralizzato il congegno che lega automaticamente l’età pensionabile alla speranza di vita, con incrementi progressivi della prima in relazione a quello che certifica l’Istat per la seconda. Una soluzione che inciderebbe strutturalmente sul futuro del sistema previdenziale e che potrebbe comunque essere messa in discussione negli anni a venire. Ma che, almeno fino al 2023, impedirebbe l’innalzamento dei requisiti di altri 5-6 mesi”.

La possibilità di accedere alla pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica sarà possibile anche nel 2019 con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne senza ulteriori incrementi della speranza di vita. Allo studio, come riportato su il messaggero, vi è l’abbassamento della pensione anticipata al prossimo anno a 42 anni di contributi per uomini e 41 per le donne.

Riforma pensioni, ape sociale e opzione donna.

Per quanto riguarda l’ape sociale, la misura varata dal precedente Governo per un reddito ponte per gli over 63 in condizione di bisogno, disoccupati con almeno 30 anni di contributi, persone con lavori gravosi con almeno 36 anni di contributi, in scadenza a fine anno sarà prorogata fino alla fine del 2021.

Per quanto riguarda l’opzione donna, l’esecutivo gialloverde è al lavoro per l’estensione, come si legge su il messaggero “dovrebbe aumentare di un anno passando da 57 a 58 anni (59 per le autonome). Di fatto la possibilità di uscire ricalcolando tutti i propri contributi con il metodo contributivo sfiorerà per le lavoratrici dipendenti i 60 anni (58 anni, più un anno di finestra mobile più sette mesi di aumento di aspettativa di vita) avendo almeno 35 anni di contributi”.

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