Riforma pensioni: le novità sulle modifiche alla Legge Fornero, pensioni anticipate, flessibilità

Riforma pensioni 2018: tutte le ultime novità sulle modifiche ed il superamento della Legge Fornero, quota 100, pensioni d'oro, contributo di solidarietà.

Riforma pensioni: ultime news ed il punto su Quota 100 e sostenibilità del sistema!

L’ex ministro Elsa Fornero, in un’intervista a Radio Cusano Campus, si è espressa sulle proposte avanzate dal nuovo governo, in particolare sull’ipotesi di introdurre quota 100, per modificare la legge Fornero sulle pensioni, di cui lei è stata firmataria nel governo Monti.

Elsa Fornero commenta le proposte di riforma delle pensioni avanzate dal nuovo governo.

La Fornero ha così affermato: “Molte cose sono attuabili, non ci sono scelte obbligate. Quando c’è stata la riforma Fornero eravamo obbligati a fare certe scelte, dovevamo evitare una crisi finanziaria che non avrebbe fatto male ai banchieri ma avrebbe fatto molto male agli italiani. Se si vuole quota 100 la si può anche fare. Basta trovare i 5 miliardi, dicono loro anche se io credo che il costo sia maggiore.

Come si possono trovare? O aumentando le imposte o riducendo le spese. Non abbiamo 5 miliardi sprechi. Se poi vogliono toglierli all’istruzione o alla sanità lo possono fare, anche se non credo che sia opportuno. Oppure si aumenta il debito, e questo vuol dire mettere quei 5 miliardi a carico dei giovani. Non esistono cose gratis“.

In merito agli intendimenti del nuovo governo circa le modifiche ala legge Fornero, l’ex ministro si è così espresso: ” Prima dicevano che volevano cancellare e abolire la legge, ora invece dicono che vogliono superarla. Sul significato del termine superamento potremmo discutere per un’ora.

Stanno cercando di cambiare linguaggio perché si rendono conto che cancellare una legge potrebbe essere anche facile se si fosse così ingenui da non sapere che se si cancella una riforma bisogna predisporre in modo molto chiaro come si coprono i costi“.

Riforma delle pensioni: obiettivo principale del governo dovrebbe essere la flessibilità in uscita, opzione donna, lavori di cura, quota 41.

Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, intervistato da Jobsnews.it, ha analizzato le proposte del nuovo governo, ed ha evidenziato le priorità sul fronte riforma pensioni, sottolineando:“Il perno di questa riforma strutturale dovrebbe essere la flessibilità in uscita, che si può conseguire attivando più strumenti, in particolare dando al lavoratore la possibilità di poter scegliere quando andare in pensione, partendo dai 62 anni”.

Importante sarebbe anche lavorare per il riconoscimento della diversità dei lavori in termini di gravosità, del lavoro di cura e per tutelare la particolare situazione delle donne (attraverso la proroga di opzione donna ma non solo), il lavoro povero e discontinuo, e valutare il tema dei 41 anni di anzianità, senza restrizioni e legami con la speranza di vita. L’ideale sarebbe un sistema pensionistico contributivo ma corretto con elementi di equità.

Riforma delle pensioni, la posizione del ministro Tria sulla Legge Fornero ed eventuali modifiche.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, in una lunga intervista al Corriere della Sera, ha parlato anche di pensioni e legge Fornero, e si è così espresso:” Si può migliorare, ‘ma con attenzione alla sostenibilità. Su queste materie non si improvvisa.

Siamo attenti a non incrinare la fiducia sulla nostra stabilità finanziaria. La fiducia è il presupposto della nostra strategia. I nostri fondamentali sono a posto. Non dobbiamo discutere solo di impegni di spesa legati a singoli punti di programma. E’ più importante il complesso della manovra”. La preoccupazione rimane quella della sostenibilità dei conti pubblici.

Pensioni d’oro: le dichiarazioni di intenti di Luigi di Maio.

Una delle prime cose che faremo è abolire i vitalizi perchè la delibera è già pronta, Roberto Fico ci ha lavorato per due mesi mentre si formava il governo. Toglieremo le pensioni privilegiate degli ex parlamentari a chi non le meritava. Poi possono pure fare tutti i ricorsi che vogliono”, ha rilanciato Di Maio a pochi giorni dalla formazione del nuovo governo.

Inoltre, in un comizio elettorale ad Avellino ha specificato: “Appena arrivato al ministero ho messo il mio staff al lavoro per intervenire sulle pensioni d’ oro secondo un criterio. Chi prende più di 5000 euro netti e non ha mai versato contributi prenderà una pensione corrispondente ai contributi versati“.

Pensioni d’oro e contributo di solidarietà: le proposte di Cesare Damiano del Pd.

Sulla questione del taglio delle cosiddette pensioni d’oro si è espresso anche Cesare Damiano, del Partito Democratico, che ha così commentato le parole del ministro Luigi Di Maio: “È giusto che si intervenga nuovamente sulle pensioni d’oro e che il ministro Di Maio accolga la nostra proposta di soglia al di sopra della quale intervenire: cioè, i 5.000 euro netti mensili”.

“Nel passato per queste pensioni era già stato adottato il contributo di solidarietà e, inoltre, quando sono stato ministro del Lavoro, ho congelato per un anno l’indicizzazione delle pensioni nella parte superiore alle 8 volte il minimo, cioé 4.000 euro lordi mensili”.

Per Damiano sarebbe un paradosso aprire “il varco a un intervento che potrebbe portare al ricalcolo delle pensioni in essere. L’alternativa che noi proponiamo, già sperimentata, è ancora quella di un congruo contributo di solidarietà che porti lo stesso risultato di risparmio“.

E conclude: “Tagliare le pensioni d’oro non deve essere una mossa propagandistica: se si applicasse la flat tax, ai pensionati più ricchi, si restituirebbe molto più di quello che si dichiara di voler togliere“.

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