Riforma pensioni: le novità su pensioni anticipate, flessibilità in uscita, Quota 100 e 41, usuranti!

Riforma delle pensioni: tutte le ultime novità e proposte sul capitolo pensioni anticipate, flessibilità in uscita, quota 100, e pensioni scuola.

Riforma pensioni: le novità su Quota 41, opzione donna e flessibilità nella nuova manovra

Il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini ha rilanciato, all’assemblea di Confesercenti a cui è intervenuto:”Smonteremo la legge Fornero pezzo per pezzo“.

In merito alle pensioni, il ministro ha ribadito che «come da programma» l’obiettivo dell’esecutivo sarà quello si superare l’attuale legge sulle pensioni, e smontare pezzo per pezzo la legge Fornero, introducendo subito la quota 100. “41 anni di anzianità contributiva penso siano sufficienti”, ribadisce il ministro.

Molto si continua, quindi, a discutere di Quota 100. La fatidica soglia, frutto della somma degli anni anagrafici e di quelli contributivi, per mesi indicata dal M5S come assolutamente necessaria per superare la Legge Fornero, potrebbe valere solo a partire da una soglia minima. Questa, perlomeno, è la richiesta formulata in queste ore dalla Ragioneria generale dello Stato.

Riforma delle pensioni e quota 100. Rilancia l’Anief:”Il governo dovrà reperire le risorse necessarie”.

A sostenerlo è il sindacato Anief, secondo il quale “a questo punto, è chiaro che se il neonato governo vorrà tenere fede a quanto detto nel corso della campagna elettorale sarà obbligato a reperire i finanziamenti utili. Altrimenti, ci troveremo davanti all’ennesima promessa incompiuta”.

I lavoratori non accetterebbero un passo indietro rispetto a quanto espresso per mesi e risultato tra i motivi principali che hanno portato al consenso per il nuovo assetto politico, da cui è scaturito il novello assetto parlamentare e governativo”.

Marcello Pacifico:”Includere l’operato di docenti e personale Ata tra le professioni usuranti”

Per i lavoratori del comparto scuola importante e necessaria l’inclusione tra le categorie che svolgono una professione usurante. Il sindacato continua a chiedere di includere l’operato di docenti e personale Ata tra le professioni usuranti.

Per Marcello Pacifico, leader di Anief-Cisal, “introdurre la clausola dei 64 anni d’età andrebbe a costituire un grave cambiamento del programma di governo: nessuno ha obbligato i partiti a promettere la nuova soglia…come si sono trovati i soldi per sanare altre emergenze nazionali, ora si trovino quelli utili per mandare in pensione chi ha lavorato una vita e ora vuole passare la mano”.

Flessibilità in uscita e pensioni anticipate: le considerazioni di Roberto Ghiselli segretario confederale Cgil.

Intervistato da Jobsnews, Roberto Ghiselli segretario confederale Cgil, chiede al governo si chiarire nel dettaglio i requisiti contributivi richiesti per Quota 100, e rilancia la necessità incentrare la riforma del sistema pensionistico sulla flessibilità in uscita, che si può conseguire attivando più strumenti, in particolare dando al lavoratore la possibilità di poter scegliere quando andare in pensione, partendo dai 62 anni.

In particolare riconoscendo la diversità dei lavori in termini di gravosità, il lavoro di cura e la particolare situazione delle donne (attraverso la proroga di opzione donna ma non solo), il lavoro povero e discontinuo, che purtroppo riguarda in misura rilevante i più giovani. In questo quadro vi è anche il tema dei 41 anni di anzianità, senza però restrizioni e legami con la speranza di vita.

Pensioni anticipate e flessibilità in uscita: I 41 anni per la pensione di anzianità e quota 100.

Il consigliere esponente Sindacale dell’Unsic Territoriale Ribera Stefano Trafficante si è così espresso sulle nuove proposte di riforma delle pensioni: “I 41 anni per la pensione di anzianità e quota 100 rappresentano alcuni aspetti importanti del problema, ma non vanno dimenticati anche i temi della flessibilità in uscita, con la possibilità di andare in pensione dopo i 62 anni non sono sufficienti dei ritocchi alla legge Fornero.

È necessaria una vera riforma delle pensioni, che superi strutturalmente quell’impianto, tenga assieme risposte per tutte le generazioni e per tutte le condizioni lavorative e che sia sostenibile socialmente, partendo dalle proposte avanzate unitariamente dal sindacato con la sua piattaforma”.

Pensioni, occupazione e sostenibilità dei conti nella disamina del ministro dell’economia Giovanni Tria.

Giovanni Tria, ministro dell’Economia del nuovo governo, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato delle prime mosse dell’esecutivo in materia di politica economica. “La legislazione – spiega Tria – sul sistema pensioni richiede di guardare non solo al breve, ma anche al medio e soprattutto al lungo termine.

Credo che la nostra legislazione pensionistica possa essere migliorata, ma lo si farà con l’attenzione alla sostenibilità. Anche quella di lungo termine. Studieremo dei miglioramenti, sapendo che su queste materie non si improvvisa”.

Ha sottolineato Tria sul fronte lavoro ed occupazione: “L’obiettivo è la crescita e l’occupazione. Ma non puntiamo al rilancio della crescita tramite deficit spending. Abbiamo un programma imperniato su riforme strutturali e vogliamo che agisca anche dal lato dell’offerta, creando condizioni più favorevoli all’investimento e all’occupazione. Nella nota di aggiornamento al Def vi invito a non guardare solo i conti, ma anche al piano nazionale di riforme”

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