L’Anief ha commentato il contratto di governo stilato dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega soffermandosi sulle tematiche previdenziali. Il sindacato ritiene che sia necessario approfondire un punto in particolare tra quelli indicati nel documento, ossia l’estensione dei lavori usuranti. L’Anief spinge affinché sia contemplati nella lista dei lavoratori che svolgono attività usuranti anche il personale scolastico.
Il sindacato ha ricordato che dal prossimo 1° gennaio l’età pensionabile arriverà a 67 anni. L’Anief ha sottolineato che il lavoro dei docenti è altamente stressogeno e consentire il pensionamento a 67 anni, significa affidare le menti in crescita ad insegnanti anziani, stanchi, a volte demotivati e soggetti a patologie di varia natura.
Numerosi studi hanno evidenziato come per i lavoratori della scuola il burnout presenti percentuali molto più alte che in altre professionalità, con un’ alta incidenza di malattie psichiatriche ed oncologiche.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal ritiene impossibile che non si riescano a trovare le risorse per venire in aiuto di “centinaia di migliaia di cittadini che operano da decenni per lo Stato”, mentre si recuperino velocemente per “salvare aziende o banche”.
Riforma delle pensioni 2018: l’analisi dell’Anief sull’introduzione di Quota 100.
Pur approvando l’introduzione di Quota 100, quale somme dei contributi versati e l’età anagrafica, per l’accesso alla pensione, l’Anief ritiene che le coperture finanziarie per le riforme sembrino inferiori rispetto alla vastità dell’operazione.
La proroga di Opzione donna, inoltre, indicata tra i punti d’intervento nel capitolo pensioni del contratto, non è di grande aiuto per il sindacato, in quanto l’assegno delle donne che vanno in pensione con il regime di Opzione donna subisce una grande decurtazione, dovuta al ricalcolo con il metodo contributivo.
L’unica misura pensionistica che ha portato benefici, per l’Anief, è l’Ape Social, con l’unica pecca di coinvolgere appena quindici professioni, tra le quali solo i maestri della scuola dell’infanzia.