Riforma delle pensioni e Legge di Bilancio: i dubbi della Cgil

La Cgil ha manifestato le proprie perplessità sulle risorse destinate alla riforma delle pensioni 2019 nel corso dell'audizione sulla Legge di Bilancio 2019.

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La Cgil ha mostrato le sue perplessità sulla riforma delle pensioni 2019 e Quota 100 nel corso dell’audizione sulla legge di Bilancio 2019 davanti alle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato. La manovra finanziaria istituisce un Fondo nazionale per il reddito di cittadinanza e per le pensioni di cittadinanza ed un fondo presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali denominato: “Fondo per la revisione del sistema pensionistico attraverso l’introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato e misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani” finalizzato all’introduzione di ulteriori modalità di pensionamento anticipato e misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani. La dotazione del Fondo sarà di 6.700 milioni di euro per l’anno 2019 e di 7.000 milioni di euro annui a decorrere dal 2020 con conseguente incremento
di spesa.

Legge di Bilancio e riforma delle pensioni: le criticità rilevate dalla Cgil.

Nel testo consegnato alle Commissioni, il sindacato ha affermato di non ritenere condivisibile “la previsione secondo cui i Fondi istituiti  possano essere utilizzati a compensazione”, “sia perché si tratta di due interventi strutturalmente differenti, sia perché il Reddito di Cittadinanza (al netto della difficoltà di esprimere oggi una valutazione di merito), potrebbe avere tempi di attivazione e recepimento più lunghi, e, dunque, i fondi destinati “alla lotta alla povertà” potrebbero essere dirottati su una politica di altra natura”.

Inoltre, ha sottolineato la Cgil: “Anche una volta portate a regime (esempio 2020-20121) le due misure (Reddito/pensione di cittadinanza e anticipo pensionistico), non può essere considerata sufficiente una verifica trimestrale delle eventuali risorse residue, in quanto per la parte relativa all’anticipo pensionistico, vi sono alcune decorrenze pensionistiche che potrebbero richiedere una maggiore spesa legata a uscite contingentate dal proprio comparto di appartenenza, alcune alla fine dell’anno (come nel comparto scuola al primo di settembre).

Riteniamo che le risorse accantonate dal 2020 in poi non possano essere sufficienti per garantire la copertura dei costi sostenuti con un anticipo pensionistico attivato dal 2019, in quanto dal 2020 si dovrà prevedere la copertura dei costi per l’intero anno delle pensioni liquidate l’anno precedente, sommando i “nuovi” pensionamenti in corso d’anno. Quindi, le maggiori risorse accantonate dal 2020 incrementate di soli 300 milioni di euro annui, non saranno sufficienti a coprire strutturalmente tale intervento”, ha precisato il sindacato.

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