Riforma delle pensioni 2018: i correttivi alla Legge Fornero

 L'argomento di maggiore attualità in tema di riforma delle pensioni è quello della Legge Fornero. C'è chi vuole abrogarla e chi, vuole semplicemente apportare ad essa dei correttivi. Per il presidente di Confcooperative è necessario ritoccare l'impianto della legge.

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 L’argomento di maggiore attualità in tema di riforma delle pensioni è quello della Legge Fornero. C’è chi vuole abrogarla e chi vuole semplicemente apportare ad essa dei correttivi. Secondo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, è necessario ritoccare l’impianto della legge, per consentire l’uscita dal mondo produttivo dei lavoratori ultrasessantenni che vorrebbero essere collocati a riposo. Per Gardini non ha senso trattenere sul lavoro forzatamente un dipendente che vuole andare in pensione, in quanto può essere sostituito da giovani tecnologicamente più preparati. Ritiene, dunque, necessario ricalibrare la soglia di uscita dal mercato del lavoro.

Tirando le somme dello studio di Censis-Confcooperative: “Millennials, lavoro povero e pensioni: quale futuro?”, Gardini ha affermato che la riforma delle pensioni del 2011 ha avuto come prezzo da pagare lo spostamento del raggiungimento della pensione ed il rallentamento del turnover, andando a colpire sia le vecchie che le nuove generazioni. Il presidente di Confcooperative, quindi, ha sottolineato la necessità di porre dei correttivi alla legge Fornero, per evitare le situazioni di profondo disagio che potrebbero intervenire nel futuro.

Riforma delle pensioni e legge Fornero. Il punto di Cesare Damiano.

Il presidente della Commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, si trova in accordo con Gardini sulla necessità di correggere alcuni aspetti della legge Fornero. Damiano ha invitato il nuovo Esecutivo a passare dalle parole ai fatti, completando l’opera di correzione avvenuta con le salvaguardie per gli esodati, l’Ape sociale e la proroga di Opzione donna. Gli obiettivi da raggiungere per Damiano sono: rendere strutturale l’anticipo pensionistico a 63 anni, predisporre la nona salvaguardia pensionistica, proseguire la sperimentazione di Opzione Donna e consentire il pensionamento con 41 anni di contributi, senza vincoli anagrafici. Un’altra questione sulla quale Damiano si batte da tempo è quella della separazione del capitolo di spesa della previdenza da quello dell’assistenza, allo scopo di ottenere un dato realistico sulla spesa previdenziale in Italia.

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