Il reddito di cittadinanza partirà da aprile 2019. A confermarlo è una bozza del decreto, contenente anche quota 100. “E’ istituito a decorrere dal mese di aprile 2019 il reddito di cittadinanza” che per “i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componente di età pari o superiore e 65 anni assume la denominazione di pensione di cittadinanza” si legge nella bozza del decreto. Il ministero dello Sviluppo Economico sarà responsabile del monitoraggio dell’attuazione del reddito e pubblicherà, ogni anno, un rapporto che sarà consultabile sul sito internet del ministero.
Reddito di cittadinanza 2019, la platea dei destinatari e a chi spetta
Per quanto riguarda la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza sarà di 1.437.000 famiglie per 8,5 miliardi di spesa. Nella bozza del decreto su Quota 100 e Reddito di cittadinanza si legge che i nuclei che potranno accedere al beneficio composti di una sola persona saranno 387.000 pari a oltre un quarto del totale (1,64 miliardi la spesa per questa componente). Saranno 198.000 le famiglie coinvolte con cinque componenti o più per 1,4 miliardi di spesa.
Sono previsti una serie di requisiti per chiedere e ottenere il sussidio. Tra questi occorre essere residenti in Italia in modo continuativo da almeno dieci anni al momento della presentazione della domanda e costituire un nucleo familiare che ha un reddito Isee inferiore a 9360 euro, e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore ai 30 mila euro.
Ancora, secondo quanto riportato nella bozza, per richiedere il reddito di cittadinanza i cittadini in possesso di un valore patrimoniale mobiliare non superiore ai 6mila euro, soglia accresciuta di 2000 euro per ogni componente familiare, fino a un massimo di 10mila euro, e di 5000 euro per ogni componente con disabilità. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza “che avviano un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale entro i primi 12 mesi di fruizione del RdC è riconosciuto in un’unica soluzione un beneficio addizionale pari a sei mensilità” nei limiti dei 780 euro mensili.
Reddito di cittadinanza, chi è escluso dal sussidio
Niente reddito di cittadinanza, ai nuclei familiari che hanno fra i loro componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni stesse, fatte salve le dimissioni per giusta causa. Il reddito è “condizionato” alla dichiarazione, da parte dei componenti maggiorenni del nucleo familiare, di “immediata disponibilità al lavoro” e all’adesione ad un “percorso” di “accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale” che prevede servizi alla comunità e riqualificazione professionale, completamento agli studi e altri impegni che verranno individuati dai servizi competenti. Saranno esonerati dagli obblighi coloro che hanno carichi di cura, perché con figli sotto i tre anni o con persone disabili.
Inoltre, chiunque chieda il reddito di cittadinanza fornendo con dolo dati e notizie che non rispondono al vero, incluso l’occultamento di redditi e patrimoni, è punito con la reclusione da uno a sei anni oltre alla decadenza dal beneficio e al recupero di quanto indebitamente percepito. In caso di dolo il reddito non può essere richiesto se non dopo dieci anni dalla sanzione.