Reddito di cittadinanza 2019, in arrivo le norme anti-furbetti: niente sussidio per chi si dimette!

Nel decreto contenente Reddito di cittadinanza, è in arrivo norma anti-furbetti per chi si dimette dal lavoro negli ultimi 12 mesi.

Reddito di cittadinanza 2019, le ultime novità: i paletti anti-furbetti!

Il decreto contenente le due misure cardine del governo Lega-M5S, ovvero quota 100 e Reddito di cittadinanza, sarebbe dovuto arrivare questa settimana ma è stato rimandato il tutto alla metà della prossima settimana. Ma intanto sul reddito di cittadinanza è spuntata una novità: una norma anti-furbetti. Come viene spiegato da Il Sole 24 Ore, i nuclei familiari al cui interno ci sono persone che si sono dimesse dal lavoro negli ultimi 12 mesi, e quindi disoccupati, non riceveranno il reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza 2019: niente sussidio per chi si dimette

Questa norma anti-furbetti è contenuta nel decreto legge che dovrebbe arrivare entro la prossima settimana. Il motivo come ha spiegato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Le ragioni del differimento del reddito di cittadinanza stanno nel fatto che vogliamo fare le cose per bene: non è concessione elettorale ma manifesto di questo governo”.

Il reddito di cittadinanza sarà compatibile con la Naspi, la Nuova assicurazione sociale per l’impiego, come viene riportato sul quotidiano economico Il Sole 24 Ore. La Naspi è una indennità di disoccupazione che insieme ad altri strumenti di sostegno al reddito è compatibile con il nuovo sussidio voluto fortemente dal M5S, nel caso in cui si rispettino i requisiti economici e patrimoniali.

Il reddito di cittadinanza può essere richiesto dai cittadini italiani o stranieri con permesso di lungo soggiorno da almeno 10 anni. Occorre avere un Isee inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui se single. Il sussidio sarà di 18 mesi, prorogabile per altri 18 nel caso in cui non si perdano i requisiti. La Naspi, invece, dura fino a 24 mesi e viene percepita sulla base della precedente retribuzione media mensile. Essa serve per offrire un sostegno a chi ha perso il lavoro. Ma il rischio come viene sottolineato da il Sole 24 ore è che i disoccupati Naspi, ritenuti più appetibili per le aziende, non rientrino nei requisiti economici del reddito e non sono quindi impiegabili. Infine, la possibilità di cumulare le due misure potrebbe essere anche un disincentivo al lavoro.

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