Quota 100: cos’è e come funziona il meccanismo di pensionamento. Le ultime novità!

Quota 100 è la misura con cui verrà anticipata l’età pensionabile. Scopriamo insieme in cosa consiste il meccanismo di pensionamento anticipato.

Quota 100: cos'è e come funziona il meccanismo di pensionamento. Tutte le ultime novità

Quota 100 è la misura con la quale verrà anticipata l’età pensionabile nel 2019. I requisiti di Quota 100 sono ormai noti ai più: per andare in pensione con questa misura bisogna aver maturato almeno 38 anni di contributi previdenziali e aver raggiunto un’età minima di 62 anni (38+62=100). Il requisito contributivo resterà invariato con l’avanzare dell’età. Quindi, avremo: quota 101 per chi ha 63 anni; quota 102 per chi ha 64 anni; quota 103 per chi ha 65 anni; quota 104 per chi ha 66 anni.

Le finestre di accesso a Quota 100 per accedere al pensionamento anticipato

Con Quota 100 verrà ripristinato il meccanismo delle finestre di accesso. In particolare il Governo intende prevedere annualmente quattro date per l’accesso. La prima finestra di accesso dovrebbe essere prevista per aprile 2019 quando potranno andare in pensione coloro che hanno raggiunto i requisiti per Quota 100 entro il 31 marzo 2018.

La successiva sarà in programma tre mesi dopo, a luglio 2019, e quindi vi potranno accedere coloro che hanno maturato i suddetti requisiti tra aprile e giugno. L’ultima finestra di accesso per il 2019 sarà prevista invece per ottobre. Quindi, chi matura i requisiti nel periodo che va da ottobre a dicembre, dovrà attendere la finestra di accesso in programma per gennaio 2020 per andare in pensione con Quota 100.

Quota 100 per gli statali: l’obbligo di preavviso di tre mesi

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, i tempi per il pensionamento potrebbero ancora allungarsi. Su invito del Ministro della PA Giulia Bongiorno, il Governo sta valutando l’ipotesi di introdurre un obbligo di preavviso (di 3 mesi) per gli statali che intendono ricorrere a Quota 100. Sempre per gli statali, poi, si vocifera di possibili penalizzazioni sul TFR in caso di accesso a Quota 100.

Il 15 ottobre la Lega ha annunciato che la quota 100 sarà introdotta a partire da febbraio. “Tra gli impegni presi che cominciamo a mettere in pratica c’è il superamento della legge Fornero che vedrà la possibilità, e non l’obbligo, di andare in pensione con qualche anno di anticipo già dall’anno prossimo, senza alcun tipo di penalizzazione”, ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini durante la presentazione sulla nota di aggiornamento del Def del 3 ottobre 2018.

Salvini ha garantito che il superamento della Fornero non prevederà particolari limitazioni, penalizzazioni né tetto al reddito: “Vuol dire che potenzialmente possono andare finalmente in pensione 400mila persone e si liberano altrettanti posti di lavoro. Vuol dire che 400mila truffati da quella legge sono finalmente liberi di tornare alla vita”, ha detto il vicepremier.

Quota 100: cos’è e come funziona

La quota 100 è un meccanismo per l’accesso alla pensione che si basa sulla somma tra l’età anagrafica e gli anni di contribuzione. In altre parole, il meccanismo prevede che possa andare in pensione chi si trova nella situazione per cui la somma tra la propria età anagrafica e il numero di anni di contributi versati dia, appunto, 100.

La manovra approvata dal Consiglio dei ministri indica come requisiti minimi 38 anni di contribuzione e 62 di età. In pratica, dunque, per accedere alla quota 100 bisognerebbe avere almeno 62 anni d’età e 38 di contributi versati, oppure 63 anni e 37 di contribuzione, o 64 e 36, e così via.

Per quanto riguarda le cosidette “finestre”, nella bozza si legge che “sarà possibile dal 2019 andare in pensione anticipata avendo almeno 62 anni di età e 38 di contributi. I lavoratori privati iscritti all’Inps che avessero maturato i requisiti entro dicembre 2018 potranno uscire il 1 aprile 2019. Se li matureranno dal 1° gennaio 2019 potranno ricevere la pensione «trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti», quindi con una sorta di finestra mobile trimestrale. i lavoratori pubblici che maturano i requisiti per quota 100 entro il 31 dicembre avranno l’assegno pensionistico dal primo luglio, se maturano i requisiti successivamente il diritto alla decorrenza dell’assegno sarà maturato dopo sei mesi. Per il personale della scuola la finestra è annuale”.

“Chi non ha almeno quota 100 – somma tra età e contributi – quando andrà in pensione nel 2019?”, si legge su Repubblica. “Le due strade di uscita – vecchiaia e anticipata – sono sempre valide. Nel primo caso, l’età però sale di cinque mesi rispetto ad oggi: a 67 anni (con un minimo contributivo di 20 anni). Si adegua alla speranza di vita. Nel secondo caso, si potrà fare domanda di pensione al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), a prescindere dall’età, proprio come ora. Anche questo requisito sarebbe dovuto crescere di 5 mesi, ma il governo sembra intenzionato a lasciarlo bloccato”.

Pensioni: il parere dell’ex ministro Elsa Fornero

L’ex ministro del lavoro e firmataria dell’attuale legge sulle pensioni Elsa Fornero ha criticato il piano di Lega e Movimento Cinque Stelle, che graverà in particolare sui “giovani e le generazioni future che dovranno pagarne i costi”. In una recente intervista al Sole 24 Ore, la Fornero ha sottolineato come le novità comporteranno un aggravio di costi sulle casse pubbliche che andrà ad aumentare ulteriormente il debito pubblico.

Critiche anche nello specifico sulla quota 100: ”Si introduce un parametro esogeno e non si capisce se verrà adeguato o meno all’aspettativa di vita. Si considerano poi età e contributi, ma non gli importi della pensione. E non è noto che fine faranno l’Ape volontaria e quella sociale”.

Le riflessioni critiche di Cesare Damiano

Le ultime news su Quota 100 e sulla manovra del governo vengono fornite da Cesare Damiano, esponente del Pd, che rilancia: “Il ministro Tria smentisce le indiscrezioni sulla crescita fissata dal Governo all’1,5%, stime ritenute irrealistiche dalla maggior parte delle istituzioni e degli osservatori, ribadendo che la revisione al basso della percentuale non è mai stata oggetto di dibattito politico. Eppure ci ritroviamo di fronte a un braccio di ferro senza precedenti che, verosimilmente, ci porterà all’apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo.

A quanto si sa su Quota 100, obiettivo di flessibilità che sarebbe sacrosanto, i conti dell’esecutivo gialloverde non tornano e le risorse previste sono totalmente insufficienti. Si corre così il rischio di promettere molto senza poter mantenere. D’altronde, i segnali che arrivano dall’Europa sono chiari. O si cambia la manovra, dando un segnale di inversione di rotta nel rapporto tra spesa corrente e spesa per investimenti, per evitare una bocciatura della legge, o la procedura di infrazione è dietro la porta”.

Pensioni, quota 100 e le possibili penalizzazioni tra il 5 al 30% dell’assegno

Molto si è parlato in questi giorni anche delle penalizzazioni che si potrebbero subire accedendo alla cosiddetta Quota 100. Secondo le simulazioni condotte dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio nell’audizione sulla Manovra, a causa dei minori contributi versati l’importo incassato può ridursi anche di un terzo. Il taglio maggiore per chi anticipa di sei anni. Il presidente Pisauro: “Quasi mezzo milione di persone interessate, ma il governo ipotizza già che solo la metà lascerà il lavoro“.

La finestra di “quota 100” che il governo si prepara ad aprire nel 2019 per permettere di andare in pensione in anticipo rispetto ai requisiti attualmente in vigore rischia di costare caro ai futuri pensionandi. Secondo le stime dell’Upb, il taglio all’importo può variare da un minimo del 5,06% in caso di pensionamento con un solo anno di anticipo rispetto alla Legge Fornero, fino a un massimo del 34,17% nel caso di anticipo di 6 anni. Una sforbiciata che dipende inevitabilmente dalla minor quota di contributi versata che concorre alla formazione dell’assegno: per questo la riduzione è maggiore più sono gli anni di anticipo alla pensione.

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