Per ricordare Giulio Regeni: fiaccolate promosse da Amnesty International!

A due anni dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano, in oltre 100 piazze italiane, saranno organizzate fiaccolate per ricordare Giulio Regeni.

Per ricordare Giulio Regeni: fiaccolate promosse da Amnesty international

A due anni dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano Giulio Regeni, avvenuta a Il Cairo, alle 19.41 (ora dell’ultimo messaggio inviato da Giulio). In oltre 100 piazze italiane, saranno organizzate fiaccolate per rispondere all’appello della famiglia di Giulio e di Amnesty International. La gente con le fiaccole gialle in mano, chiederanno la verità e giustizia per il giovane Giulio torturato e ucciso in Egitto. La famiglia, come ha confermato la madre Paola Deffendi all’Ansa, parteciperà all’iniziativa organizzata nella piazza di Fiumicello a Udine, paese natale di Giulio. Tutti i partecipanti alle 19,41 alzeranno la fiaccola gialla e resteranno in silenzio per qualche minuto. Il sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel, ha dichiarato: “Siamo arrivati a due anni dalla scomparsa di Giulio e credevo che al secondo anno ci sarebbe stato un momento di commemorazione per spiegare e approfondire le ragioni di questa malvagità e per discutere sul fatto che tutto ciò non deve più accadere. Purtroppo però dopo due anni siamo ancora qui a cercare di capire e a chiedere verità”.

Le dichiarazioni del procuratore Pignatone.

Per il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, il giovane ricercatore è stato tradito da persone che ha conosciuto durante le sue ricerche, qui il movente dell’omicidio. In una lettera ai giornali, Giuseppe Pignatone ha scritto: “Giulio Regeni è stato ucciso per le sue ricerche, ed è certo il ruolo dei Servizi“. Il movente, “pacificamente da ricondurre alle attività di ricerca effettuate da Giulio nei mesi di permanenza al Cairo”. Un’inchiesta condotta “tra ostacoli e reticenze”.  Ha continuato Pignatone: “Nonostante diverse difficoltà oggettive, abbiamo raggiunto risultati concreti, dapprima per evitare che le indagini finissero su binari sbagliati (come un’inesistente attività di spionaggio da parte di Giulio, o la responsabilità di una banda di criminali comuni) e, successivamente, per fissare alcuni punti fermi nel cui quadro dovranno inserirsi i prossimi approfondimenti sull’omicidio”.

Ha poi sottolineato Pignatone: “E’ inoltre emerso con chiarezza, il ruolo di alcune tra le persone che Giulio ha conosciuto nel corso di tali ricerche, persone che lo hanno tradito. Ed è stata anche messa a fuoco l’azione degli apparati pubblici egiziani che già nei mesi precedenti avevano concentrato su Giulio la loro attenzione, con modalità sempre più stringenti, fino al 25 gennaio“.

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