Pensioni: respinto ricorso dei pensionati italiani alla Corte di Straburgo contro decreto Poletti

Il ricorso presentato dai pensionati italiani sulla perequazione delle pensioni per il 2012 e 2013 è stato bocciato dalla Corte di Straburgo.

Pensioni: respinto ricorso dei pensionati italiani alla Corte di Straburgo contro decreto Poletti

Il ricorso presentato da 10mila pensionati italiani contro il decreto Poletti del 2015, in merito alle perequazione delle pensioni per il 2012 e 2013 è stato bocciato dai giudici della Corte di Straburgo. Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo il decreto non ha violato i diritti dei pensionati.

Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso contro decreto Poletti.

Nelle motivazoni fornite dai giudici europei si legge che “la misura controversa non sembra avere avuto un impatto significativo per gli anni in questione: per il 2012 l’impatto negativo delle disposizioni criticate, che è nullo per le pensioni inferiori a circa 1.500 euro, sale al 2,7% per le pensioni di oltre 3.000 euro; un risultato simile può essere calcolato sul 2013”.

Coloro che avevano presentato il ricorso sostenevano che il provvedimento, introdotto dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del ‘Salva-Italia’ del 2011 avesse prodotto un’ingerenza immediata sulle pensioni per il 2012 e 2013 e permanente per effetto del blocco sulle rivalutazioni successive.

E la misura del decreto Poletti non avrebbe perseguito l’interesse generale, in quanto sproporzionata e avrebbe violato il diritto alla proprietà. Invece, secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, la riforma del meccanismo di perequazione delle pensioni è stata introdotta per tutelare l’interesse collettivo, e in particolar modo, per proteggere il livello minimo di prestazioni sociali e garantire allo stesso tempo la tenuta del sistema sociale per le generazioni future, in un particolare momento in cui la situazione economica italiana era particolarmente difficile.

I giudici della Corte di Straburgo hanno inoltre sottolineato che “ridurre o modificare l’importo delle prestazioni fornite nell’ambito di un regime di sicurezza sociale rientra nel potere legislativo degli Stati“, e poi gli effetti del decreto Poletti non espongono i pensionati “a delle difficoltà di sussistenza incompatibili con quanto prescritto dalla convenzione europea dei diritti umani“.

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