Pensioni, quota 96 e Legge Fornero: le ultime novità

La riforma delle pensioni e Quota 100 nell'analisi dell'Anief, che ha presentato degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2019 per il personale scolastico.

Riforma pensioni: ultime novità sulla nona salvaguardia per gli esodati

Le pensioni ed il salario del personale scolastico sono stati oggetto di un confronto tra il sindacato Anief ed il il Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. Marcello Pacifico, presidente Anief – Udir e segretario confederale Cisal, ha chiesto salario minimo per i dipendenti e dirigenti pubblici, più anticipo pensionistico con quota 96 senza vincoli per gli insegnanti. L’attenzione del sindacalista si è soffermata sull’articolo 21 della Legge di Bilancio 2019.

Il sindacalista autonomo ha inoltre chiesto di anticipare l’uscita dal lavoro degli insegnanti a 63 anni e con il massimo contributivo per tutti, quindi senza vincoli o penalizzazioni legate alla prevalenza del sistema contributivo o al gap rispetto al pensionamento previsto della Legge Fornero. “Tale possibilità, del resto, non rappresenta nulla di trascendentale visto che è il modello adottato oggi in Europa. Inoltre, è fondamentale approvare da subito, sempre nella Leggi di Stabilità, il riconoscimento del lavoro gravoso anche per i docenti in servizio nella scuola primaria e secondaria. E non solo in quella dell’infanzia, come è previsto oggi attraverso l’Ape Social”, precisa il sindacato.

Pensioni e Quota 100: il punto dell’Anief.

A proposito della riforma delle pensioni e le penalizzazioni per Quota 100, Marcello Pacifico ha dichiarato che “non è possibile ipotizzare di lasciare il lavoro con quota 100 perdendo fino al 30% dell’ultimo assegno o rispetto al quantum previsto a 67 anni, quando 63 anni e 37 anni di contributi rappresentano il livello medio di pensionamento di vecchiaia o contributivo adottato in Europa, dove si va quindi in pensione con il massimo dell’assegno disponibile senza far passare tutto ciò come una concessione”.

Riconoscimento di lavoro usurante a tutta la categoria dei docenti.

Sul mancato riconoscimento del lavoro usurante per gli insegnanti italiani, il sindacalista autonomo ha fatto riferimento agli studi sullo stress da lavoro correlato e bornout del dott. Lodolo D’Oria” e “all’accertato stress psico-fisico della categoria. “Stiamo parlando del personale insegnante più vecchio del mondo, con due docenti italiani su tre ultra cinquantenni e una quantità sempre più alta over 60, il cui pensionamento è stato progressivamente procrastinato. Andando a determinare un turn over sempre più difficoltoso. Ma nessuno vuole prevedere per loro una deroga alla riforma Fornero. Benché fosse necessaria. Abbiamo chiesto, per queste ragioni, attraverso specifici emendamenti all’articolo 21 della Legge di Stabilità, di reintrodurre quota 96 e di riconoscere anche ai docenti della primaria e della secondaria l’attuale Ape sociale”, ha sottolineato il leader sindacale.

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