Pensioni, Quota 100 e turnover: il punto di Confidustria

Le ultime novità sulle pensioni vengono dalle audizioni che si sono tenute presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio 2019. L'analisi di Confindustria.

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Le ultime novità sulle pensioni vengono dalle audizioni che si sono tenute presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio 2019. “La Manovra poggia su due pilastri: uno è la realizzazione dei principali obiettivi del contratto di Governo, l’altro è proprio la crescita, che il Governo stima nel 2019 all’1,5% come effetto della Manovra stessa. Come avrò modo di argomentare, l’esame del disegno di legge e la valutazione del contesto esterno ci portano a ritenere che questa stima sia troppo ambiziosa, col “rischio”, tra l’altro, di rendere non sostenibili gli obiettivi del contratto di Governo“, ha osservato Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria.

Pensioni e Legge di Bilancio 2019: l’audizione di Vincenzo Boccia. 

In tema di pensioni e welfare, Boccia ha sottolineato:”Ribadiamo la nostra condivisione verso quegli interventi orientati alla solidarietà e alla coesione sociale, utili a ridurre i divari e a rinsaldare i capisaldi del nostro vivere insieme. Tuttavia, siamo contrari a derive assistenzialistiche, che negano la dignità del lavoro, e a interventi estemporanei che rischiano di minare la sostenibilità del bilancio pubblico, scaricando sulle generazioni future il peso delle scelte di oggi. Riteniamo, quindi, che il rinvio a successivi provvedimenti della disciplina di due rilevanti misure, ossia “reddito di cittadinanza” e “quota 100”, sia un segnale dell’esigenza di costruire interventi meditati e frutto del confronto con tutti gli attori interessati.

Quota 100 e turnover.

In riferimento alla relazione tra pensioni e turnover, Boccia ha precisato: “Peraltro, vorrei evidenziare come i benefici sull’occupazione derivanti dalla revisione delle regole pensionistiche siano tutt’altro che automatici, per ragioni legate alla specializzazione (e, quindi, alla non agevole sostituibilità) delle figure in uscita e, di nuovo, al peggioramento del clima di fiducia. Non siamo riusciti a trovare un’analisi che
sostanzi l’ipotesi di una sostituzione 1 a 1 tra giovani e persone più avanti in età”.

“Ciò rende ancor più urgente un vero e proprio piano di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro, partendo dalla piena detassazione e  decontribuzione per almeno i primi due anni di assunzione a tempo indeterminato”, ha sottolineato.

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