Pensioni, Quota 100 e Legge di Bilancio: tutte le ultime novità!

Le ultime novità sulla legge di Bilancio 2019 e sulla riforma delle pensioni. I sindacati ribadiscono che Quota 100 non è sufficiente.

Pensioni anticipate 2018: le ultime novità dall'Inps

Gli interventi sulle pensioni contenuti nella Legge di Bilancio 2019 sono di portata decisamente inferiore alle attese. Il DDL Bilancio comincerà il suo iter domani,14 novembre, per poi approdare in Aula il 28 novembre per l’approvazione. La settimana scorsa i sindacati Cgil, Cisl e Uil sono stati ascoltati in audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato per l’esame della manovra finanziaria ed hanno formulato in una nota unitaria le proprie richieste al Governo in materia previdenziale.

Pensioni e Quota 100: l’analisi di Cgil, Cisl e Uil.

Secondo la piattaforma sindacale unitaria nella riforma delle pensioni 2019 occorre continuare a cambiare il sistema previdenziale “al fine di eliminare gli aspetti iniqui del sistema”. Per  Cgil, Cisl e Uil “è necessaria una flessibilità in uscita a 62 anni, superando le attuali rigidità. In questa direzione Quota 100 è una strada utile sapendo che da sola non risponde appieno all’esigenze di molti lavoratori, come ad esempio le donne, i giovani, il lavoro discontinuo, intere aree geografiche del Paese. “Quota 100”, inoltre, non deve penalizzare i lavoratori sul calcolo né avere altri vincoli o condizioni d’accesso. Vanno tutelate, in modo strutturale dal punto di vista previdenziale, le categorie che rientrano nell’Ape sociale”.

Pensioni 2019: interventi per le donne.

Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato che “gli interventi sulle pensioni degli ultimi anni hanno penalizzato in modo particolare le donne e anche raggiungere i requisiti previsti da Quota 100 sarà difficile per molte lavoratrici. E’, quindi, necessario sostenere le lavoratrici sul fronte previdenziale con misure adeguate, come con il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio”.

Inoltre, hanno precisato le tre sigle: “Il lavoro di cura non retribuito, perché svolto dalle famiglie e in prevalenza dalle donne, è una voce fondamentale del welfare informale del nostro paese. E’ ora che venga pienamente riconosciuto anche a livello previdenziale e pensionistico”. I sindacati chiedono, i aggiunta, che venga prolungata la misura di Opzione donna.

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