Pensioni, quota 100: Anief chiede all’Inps che si confronti con governo e le parti sociali

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in comunicato invita l'Inps a confrontarsi con il governo e parti sociali per superamento Legge Fornero.

Pensioni, quota 100: Anief chiede all'Inps che si confronti con governo e le parti sociali

Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief) e segretario confederale Cisal, in comunicato invita l’Inps a confrontarsi con il governo e le parti sociali in merito al superamento della Legge Fornero con l’introduzione della “Quota 100”.

La “quota 100” prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100, con un limite minimo a 64 anni e 36 di contributi. L’Inps ha stimato quanto potrebbe costare se la quota 100 entrasse in vigore nel 2019.  Secondo i calcoli effettuati dall’Ente di previdenza Sociale introduzione Quota 100 nel 2019 costerebbe  tra i 4 e i 14 miliardi di euro all’anno. Le simulazioni sono state rese pubbliche presentandole nell’Allegato tecnico alla relazione del Rapporto annuale, tenuta dal presidente dell’Inps, Tito Boeri.

Quota 100: Anief chiede all’Inps che si confronti con governo e le parti sociali sull’abolizione della Legge Fornero.

Dopo la diffusione di questa relazione tecnica Marcello Pacifico nel comunicato Anief  si chiede: “Perché l’Inps continua a inviare messaggi pubblici, missive informali e relazioni ufficiali contro il volere del governo di cancellare la riforma Fornero, come chiedono da sette anni il 99% dei cittadini italiani? Non sarebbe opportuno realizzare un confronto costruttivo con le parti sociali e con lo stesso governo per trovare una soluzione condivisa?”.

Infine il sindacato Anief ha ribadito il suo sì a Quota 100, senza vincoli o paletti richiesti dall’Inps. L’Ente di previdenza Sociale ha ipotizzato quattro possibili scenari. Il primo prevede il ripristino dei 41 anni di contribuzione per la pensione di anzianità e quota 100 con 64 anni di età minima, con una soglia dei contributi di 35 anni. In questo caso, nel 2019 ad avere un costo di 11,6 miliardi di euro per un totale di 596 mila pensioni in più a fine anno. I costi aumenterebbero di anno in anno fino ad arrivare a 18,3 miliardi nel 2028.

Il secondo scenario, prevede uno sbarramento a 65 anni, per una spesa immediata di 10,3 miliardi di euro, che aumenterebbero fino a 16,5 miliardi. Il terzo prevede il ritorno ai 41 anni di anzianità e alla quota 100 e 101 per gli autonomi, senza però un requisito di età. Infine, il raggiungimento della quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimento delle norme già in vigore riguardo l’anzianità: quindi gli uomini andrebbero in pensione dopo 43 anni e 3 mesi di contributi e le donne dopo 42 anni e 3 mesi.

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