Pensioni, Legge di Bilancio e parità di genere: le ultime novità

Il punto di Tito Boeri, presidente dell'Inps e della professoressa Alessandra Servidori sulla legge di bilancio, la parità di genere nel mondo del lavoro e le pensioni.

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Tito Boeri, presidente dell’Inps, ha dichiarato qualche giorno fa di avere avvertito “segnali di maschilismo” nella Legge di Bilancio 2019 “nel momento in cui va a dire manteniamo le differenze di età nell’accesso alle pensioni tra uomini e donne, non rifinanzia il congedo di paternità”. Alessandra Servidori, docente e responsabile scientifica dei Corsi per dirigenti sulle politiche di pari opportunità presso la Scuola Superiore Pubblica Amministrazione Presidenza del Consiglio dei Ministri e componente del Comitato Consultivo Commissione Europea per le Politiche di Pari opportunità e inclusione sociale, partendo dalle osservazioni di Boeri, ha analizzato alcuni punti della Legge di Bilancio 2019.

“Il presidente Boeri ha giustamente attenzionato la manovra di bilancio di questo governo e l’ha giudicata maschilista e come non dargli ragione? Sia per la non conferma del congedo di paternità che è uno strumento molto importante per promuovere un’uguaglianza di opportunità; sia nel favorire l’accesso delle donne al sistema pensionistico e mantenere le differenze di età nell’accesso alle pensioni per uomini e donne: sono possibilità che possono trasformarsi in trappola per le donne perché ovviamente il periodo di lavoro e di versamenti contributivi molto bassi portano a pensioni basse e soprattutto all’ennesima esclusione dal mercato del lavoro”, ha affermato la professoressa Servidori su “le formiche.net”.

Legge di Bilancio e parità di genere: l’analisi di Alessandra Servidori. 

La professoressa Servidori nel suo articolo pubblicato su “le formiche.net” ha osservato: “Mentre la legge di bilancio scorsa ha esteso da 2 a 4 giorni il congedo obbligatorio remunerato al 100% per i padri, se l’attuale governo non deciderà di confermarla, la sperimentazione si concluderà entro la fine di quest’anno, massacrando quell’avvicinamento all’opzione su cui sta lavorando la Ue e compiuto già da alcuni Stati in direzione di un riequilibrio dei compiti tra entrambi i genitori e di una conciliazione vita-lavoro, specialmente per le donne”.

Sono diverse le misure che sarebbe opportuno adottare per invertire questa tendenza in modo che maternità e paternità siano scelte libere, e non rinuncia. E dunque servono investimenti pubblici coerenti e a lungo termine per aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Così come serve destinare più risorse alla cura e alla crescita dei bambini sostenendo il lavoro dei giovani e delle giovani e, soprattutto, incentivare e sostenere la condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri”, ha aggiunto.

“L’uguaglianza di opportunità si deve realizzare nel momento in cui ci sarà maggiore presenza delle donne sul lavoro e invece in Italia si continua a ragionare su provvedimenti assistenziali promuovendo semmai la partecipazione delle donne al “non” lavoro. In questi giorni si parla di favorire l’accesso delle donne al sistema pensionistico, per esempio introducendo degli sconti, si parla di mantenere le differenze di età nell’accesso alle pensioni per uomini e donne, ma vero è che spesso nel non lavoro non c’è libertà di scelta”, ha concluso.

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