Pensioni, i Sindacati premono per Quota 41!

A fronte delle pressioni delle Organizzazioni sindacali e della Lega verso Quota 41, il dibattito sulla riforma delle pensioni non è ancora entrato nel vivo.

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Benché il dibattito sulla riforma delle pensioni del 2024 non sia ancora entrato nel vivo, le pressioni dei Sindacati e della Lega per Quota 41 si fanno sempre più forti. Come riporta il sito Investireoggi.it, con l’approssimarsi del secondo incontro fra governo e parti sociali per discutere della nuova struttura pensionistica ci sarebbe all’ordine del giorno questa nuova opzione. Tuttavia è difficile, che si riesca subito a trovare presto un punto d’incontro. D’el resto’altro canto Quota 41 già esiste, ma è riservata ai lavoratori precoci e, solo per quest’anno, a chi compie 62 anni entro il 31 dicembre 2023 (Quota 103).

Le pressioni della finanza internazionale!

Il punto cruciale del problema resta sempre la disponibilità finanziaria, con cui bisogna fare i conti. E qui non è il governo di turno che frena o spinge allo scopo, ma la grande finanza internazionale che tiene sotto controllo i conti pubblici italiani, pronta a infierire al primo segnale di destabilizzazione del nostro delicato equilibrio economico.

Quota 41 è sostenibile?

Ne consegue che, anche visti i recenti dati allarmanti pubblicati dall’INPS, che prevede un buco da 10 miliardi di euro per quest’anno, ci si domandi se Quota 41, cioè la pensione per tutti con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, sia realmente sostenibile. Oltre a ciò, bisogna considerare il fatto che la spesa previdenziale italiana sta volando verso quota 335 miliardi e se si incrementano ancora le uscite anticipate, si rischia di accelerarne la salita con gravi conseguenze economiche e sociali.

Stando così le cose, l’unica strada che sembra percorribile è quella di dare la pensione a tutti con 41 anni di contributi, ma col ricalcolo contributivo, come avviene nel caso di Opzione Donna. Solamente in questo modo si potrebbe sostenere finanziariamente la riforma. Diversamente, per chi ha 41 anni di contributi, resterebbe sempre valida la possibilità di andare in pensione un po’ più tardi con il sistema di calcolo retributivo e contributivo.

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