Pensioni e legge di Bilancio: cosa accadrà dopo l’approvazione della finanziaria?

Quali scenari si apriranno sulle dopo l'approvazione della Legge di Bilancio 2019? Le dichiarazioni di Di Maio sulla riforma delle pensioni. L'analisi di D'Achille e Brunetta.

Pensioni 2019: blocco della rivalutazione e riduzione delle pensioni di importo elevato. In arrivo altri tagli?

Non sono presenti novità salienti sulla riforma delle pensioni nella Manovra economica in discussione al Senato. Dopo l’esame in Aula, previsto fino alle 12, si passerà poi all’esame degli articoli della seconda sezione. Sarà quindi esaminata la prima sezione, sulla quale il Governo ha preannunciato l’intenzione di porre la questione di fiducia, la cui discussione durerà circa quattro ore, con dichiarazioni di voto su fiducia e complesso della legge a partire dalle 22. Seguirà, quindi, la chiama.

Secondo il Vice premier Luigi Di Maio la Manovra è solo l’inizio del cambiamento. “Noi tutti abbiamo fatto una campagna elettorale come Movimento in giro per tutta Italia promettendo delle cose. I 20 punti per la qualità della vita degli italiani, ve li ricordate? Lì dentro c’era una rivoluzione per il nostro Paese. Non abbiamo messo già tutto in questa Legge di Bilancio, era materialmente impossibile, non è che abbiamo risolto già tutti i problemi degli italiani, questo è solo l’inizio, ma ce ne sono di cose importanti portate a casa”, ha affermato su “Il Blog delle Stelle”.

La riforma delle pensioni nell’elenco stilato da Di Maio

Di Maio ha stilato un vero e proprio elenco degli interventi sulle pensioni che sostiene siano stati portati già a compimento: “Reddito di cittadinanza: fatto! Quota 100 per superare la Fornero: fatto! Opzione Donna: fatto! Aumento pensioni minime: fatto! Aumento pensioni degli invalidi: fatto! Taglio delle pensioni d’oro, fatto in due modi: ricalcoliamo le pensioni d’oro per chi non ha versato i contributi e gli diamo anche l’adeguamento all’inflazione”.

“Vedo pensionati d’oro che vogliono fare ricorso perché si erano abituati ad un certo tenore di vita: se ne facciano una ragione, visto e considerato che quelle pensioni d’oro le hanno pagate i pensionati minimi in tutti questi anni, perché le pensioni d’oro non versate con i contributi le stava pagando qualcun altro”, ha puntualizzato, a proposito del taglio delle cosiddette “pensioni d’oro”, previsto nel maxi- emendamento presentato in Senato.

A proposito della trattativa con l’Ue ha dichiarato: “Voi direte: È mai possibile che dobbiamo contrattare una Legge di Bilancio, trovare le coperture, clausole di salvaguardia? Io sono d’accordo con voi che tutte queste regole della contabilità europea vadano cambiate. E le potremo cambiare grazie alle elezioni europee, dove se saremo coraggiosi come popolo europeo potremo cambiare il Parlamento Europeo e cambiando la maggioranza cambia anche la politica dell’Unione Europea”.

Il punto di Mauro D’Achille

La procedura seguita nella discussione della legge di Bilancio al Senato ha scatenato l’indignazione degli esponenti del Partito democratico, che ieri pomeriggio hanno abbandonato i lavori della Commissione bilancio al Senato. “Le opposizioni sono sul piede di guerra nei confronti dell’esecutivo per non potuto discutere né emendare la legge finanziaria, peraltro totalmente diversa da quella approvata alla Camera. È la prima volta c’è un accadimento del genere si propone nella Storia della Repubblica. Si va esautorando il Parlamento di quelli che sono i propri doveri, oltre che i propri diritti”, ha osservato Mauro D’Achille, amministratore del gruppo Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni.

Secondo D’Achille: “Si svilisce la portata del voto degli elettori, non potendo i propri rappresentanti esercitare il mandato affidato loro. In pratica si sta stravolgendo lo stato di Diritto, il senso della democrazia, e offendendo il ruolo istituzionale e costituzionale del Parlamento!”.

L’analisi di Brunetta

“Inutili e ridicole le rassicurazioni che i due vice-premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno tentato di dare agli italiani, basate sull’idea che le clausole “le abbiamo evitate quest’anno, le eviteremo anche l’anno prossimo”. Nella prossima Legge di Bilancio, infatti, il Governo si troverà, a differenza di quanto sempre accaduto in passato, senza più margini di flessibilità in termini di maggior deficit accordato dalla Commissione per poter coprire l’aumento dell’IVA, per il semplice motivo che tutta la flessibilità per i prossimi tre anni ha deciso di giocarsela tutta in una volta quest’anno, per avere le risorse per finanziare le due misure bandiera. La Commissione ha già fatto capire che non intende più concedere nulla all’Italia, la quale, se vorrà mantenere il reddito di cittadinanza e la quota 100, se le dovrà pagare con nuove tasse. Con l’aumento dell’IVA appunto”, ha dichiarato l’On.Renato Brunetta, di Forza Italia.

“Gli italiani stiano pronti: la bomba dell’aumento monstre dell’IVA scoppierà nel 2020 e sarà un salasso senza precedenti per i consumi italiani. Questo Governo di buoni a nulla ma capaci di tutto, infatti, per portare a casa le misure assistenzialiste del reddito di cittadinanza e della quota 100, aventi un effetto pari a zero sulla crescita, come riconosciuto anche dalla Commissione Europea, ha ipotecato il futuro economico del paese, accettando di inserire nel bilancio delle clausole di salvaguardia di aumento dell’Iva per oltre 51 miliardi di euro a partire dal 2020. Questo aumento avverrà tramite l’aumento dell’aliquota intermedia (quella, per intenderci, che si applica su beni di uso giornaliero come gli alimentari) dal 10% al 13%, mentre l’aliquota ordinaria salirà al valore monstre del 26,5%. Il Codacons ha già calcolato che questa stangata sui consumi senza precedenti costerà mediamente alle famiglie italiane ben 1.200 euro in più all’anno. La conseguenza sarà quella che molte di queste, soprattutto quelle con molti figli e quelle monoreddito, si troveranno a dover tagliare gli acquisti persino di generi di prima necessità”, ha aggiunto.

Secondo Brunetta saranno “pesantissimi gli effetti sui consumi e, di riflesso, sul commercio e sulle imprese. L’Italia si troverà così nella sua terza recessione in soli 10 anni con un Governo che attua una manovra pro-ciclica e alza la tassazione indiretta come mai era accaduto prima. Il prossimo aumento dell’IVA, nel frattempo, ha già sortito l’effetto di far colare a picco l’indice di confidenza dei consumatori italiani, che proprio oggi è sceso a 113,1 dal precedente 114,8, e quello delle aziende italiane, sceso anch’esso a 103,6, dal precedente 104,4”.

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