Pensioni d’oro, Di Maio ribadisce: “Vanno tagliate”

Le ultime novità sul taglio delle pensioni d'oro. Le dichiarazioni di Di Maio, Conte ed Ambrogioni.

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Il Vice Premier Luigi Di Maio non retrocede di un passo sul taglio delle pensioni d’oro. “Vanno tagliate, su questo non si discute”, ha dichiarato ai giornalisti. “Il M5S è per tagliare tutte le pensioni d’oro e ribadiremo la nostra posizione al presidente del Consiglio nelle riunioni di maggioranza”, ha aggiunto. Per quanto riguarda la posizione dell’alleato di Governo, ha precisato:”Sono sicuro che troveremo una soluzione con la Lega, perché nessuno è così suicida da voler bloccare il taglio in un momento in cui gli italiani sono arrabbiati”, ha aggiunto.

Le pensioni che verranno “ritoccate”, sono quelle “che non meritano di essere così alte perché le persone non si sono versate i contributi”. Di Maio ha affermato che il provvedimento sarà introdotto nella manovra economica e che il prelievo salirà dal 25% al 40%. “Vogliamo intervenire sulle pensioni d’oro, farlo è una misura di equità sociale”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso dell’incontro con i sindacati che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi.

La posizione della Cida

“Ci auguriamo che quella di Di Maio sia un’altra ‘fake news’, altrimenti la notizia letta sulle agenzie, di un 40% di prelievo sulle pensioni di importo medio-alto, rappresenterebbe un vero e proprio ‘furto’ ai danni di intere categorie professionali ed equivarrebbe ad un invito ad espatriare”, ha affermato Giorgio Ambrogioni, Presidente Cida, nel commentare le dichiarazioni di Di Maio.

Per il presidente Cida: “La posizione del leader leghista è certamente più congrua delle posizioni ‘estremiste’ ed ideologizzate espresse recentemente dal vicepremier Di Maio. Resta tuttavia la spiacevole sensazione di essere considerati dei simboli negativi, dei capri espiatori da sacrificare su un simulacro di altare della legalità e della giustizia sociale. Evidentemente aver lavorato tutta una vita con posizioni di responsabilità, aver versato pesanti contributi previdenziali (che in un’assicurazione privata  avrebbero garantito rendite maggiori), aver contribuito alla costruzione di un Paese più moderno e competitivo, sono valutazioni che non suscitano ‘appeal’ politico in questa fase storica”.

Annunciate iniziative contro i tagli

“Siamo alla follia, all’odio sociale elevato a metodo di Governo. Dirigenti privati e pubblici, magistrati, diplomatici, militari, avvocati dello Stato, medici: questi professionisti che sono o stanno andando in pensione, non possono subire queste ‘rapine’ legalizzate, organizzate da bulletti incompetenti ed arroganti. Non tralasceremo alcuna iniziativa per contrastare questo tentativo di prevaricare intere categorie professionali che rappresentano il ceto produttivo e la classe dirigente del Paese. Chi siede pro-tempore a Palazzo Chigi se ne faccia una ragione: continuino a giocare con internet, ma smettano di arrecare danni al Paese”, ha concluso Ambrogioni.

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