Pensioni 2019: ultime novità sulla prescrizione contributiva per i dipendenti pubblici

Le ultime novità sulla prescrizione contributiva per i dipendenti pubblici illustrate dall'Inca Cgil.

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Le ultime novità sulle pensioni riguardano l’imminente presentazione di un emendamento governativo alla legge di Bilancio per rimandare l’avvio della prescrizione contributiva, prevista per il 1° gennaio 2019, a decorrere dal primo gennaio 2022. “Si tratta di uno slittamento di tre anni entro i quali Inps e amministrazioni pubbliche potranno completare l’aggiornamento di tutte le posizioni contributive pubbliche dei dipendenti pubblici.”, ha segnalato l’Inca Cgil.

“Il condizionale è d’obbligo”, ha precisato il patronato nel dare la notizia, “ma le indiscrezioni sembrerebbero confermare questa decisione da parte del Governo”. “Se verrà approvato”, spiegano in una nota Inca, Funzione Pubblica, Slc e Cgil, “sarebbe un risultato positivo per garantire al meglio i diritti previdenziali di tutti i lavoratori interessati, nonché il loro diritto a poter conoscere, tempo per tempo, in modo chiaro e completo, la loro posizione previdenziale attraverso la lettura dell’estratto contributivo”.

Prescrizione contributiva per i dipendenti pubblici, il punto dell’Inca

Le preoccupazioni in merito erano state espresse numerose volte dai sindacati di categoria, scuola e funzione pubblica , nei confronti dell’Inps, al quale hanno chiesto di prorogare il termine, oramai imminente, del 1° gennaio. “Negli ultimi incontri”, riferiscono Inca e sindacati “abbiamo ribadito la necessità di rinviare il termine di avvio dell’istituto della prescrizione, proprio per permettere all’Istituto di completare il popolamento degli estratti contributivi dei pubblici dipendenti, cosa che l’Inps sembrerebbe aver recepito con un messaggio che si trova attualmente al Ministero del Lavoro per la sua approvazione”.

“I tavoli di confronto con l’Inps, tutti, quelli confederali di Cgil, Cisl e Uil, con le categorie di riferimento dei dipendenti pubblici, oltre a quelli tenuti come Patronati Ce.Pa, sono serviti a porre con forza all’Istituto tutte le problematiche ancora aperte che hanno bisogno di una soluzione. Evidentemente, questo lavoro e le continue pressioni esercitate a tutti i livelli hanno probabilmente portato il Governo a scrivere un emendamento”, concludono Inca e Sindacati”, ha commentato l’Inca.

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