Pensioni 2019: Quota 100, Opzione donna e nona salvaguardia. Le risposte verranno dalla legge di Bilancio?

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni 2019. Le opinioni di Metassi ed Alboni e gli interventi in Aula di Ribolla e Serracchiani.

Pensioni 2018: età pensionabile e flessibilità in uscita

In attesa di conoscere quali novità potranno venire dalla Legge di Bilancio 2019 sulle pensioni, nel corso della discussione in Aula alla Camera è stato posto l’accento sulle questioni  previdenziali che avrebbero bisogno di urgenti interventi. Il deputato della Lega, Alberto Ribolla, nel suo intervento ha enunciato i punti salienti delle riforma delle pensioni ideata dal Governo.

“La manovra istituisce un fondo per la revisione del sistema pensionistico; le risorse di tale fondo saranno impiegate per introdurre delle nuove e ulteriori forme di pensionamento anticipato, nonché delle misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani, per dare linfa alle nostre imprese. Detto altrimenti, l’obiettivo è intervenire sul sistema pensionistico delineato dalla disastrosa riforma Fornero, introducendo la cosiddetta Quota 100 che, come è noto, consente a chi, ad esempio, abbia compiuto 62 anni di età e abbia versato contributi previdenziali per 38 anni di andare in pensione prima della soglia prevista dalla legislazione vigente. Si tratta di un impegno che la Lega ha preso con i suoi elettori, sempre più numerosi, e con l’approvazione della legge di bilancio prende pienamente forma. Avevamo promesso un futuro migliore per i nostri giovani e per le famiglie italiane e lo stiamo realizzando”, ha affermato.

Il punto di Luigi Metassi sulla Legge di Bilancio 2019

E’ evidente che il perno delle riforme del sistema previdenziale del Governo Lega-M5S sia Quota 100.  Per Luigi Metassi, amministratore del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”: “Affermare che l’operato di questo governo sia desolante è un puro eufemismo. Una LdB vuota, che non solo non mantiene la più piccola delle promesse elettorali (e su questo epilogo non ho mai nutrito il benchè minimo dubbio) ma nemmeno tenta di porre rimedio alle ingiustizie create dalla precedente legislatura. Ingiustizie palesi, che non richiedevano interventi strutturali, il cui contenuto costo economico, in alcuni casi come per gli esodati, era addirittura ampiamente coperto dai precedenti risparmi”.

Ape sociale, Opzione donna e Quota 100 nell’intervento di Debora Serrachiani

L’On. Debora Serrachiani del Pd, membro della Commissione lavoro, nel suo intervento critico nei confronti della manovra economica, ha toccato alcuni temi previdenziali di grande interesse: le proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna e la predisposizione della nona salvaguardia per gli esodati.

“Nell’esame della manovra in Commissione bilancio ci aspettavamo di occuparci di quell’articolo 21 che è sostanzialmente il cuore della manovra. È quell’articolo che avrebbe dovuto contenere la riforma della “Fornero”, quantomeno la previsione del “Quota 100”. È l’articolo che avrebbe dovuto contenere la previsione del reddito di cittadinanza. Ebbene, chi guarda all’articolo 21 scopre che non c’è nulla di tutto questo, che agli annunci non sono seguiti i fatti. Nulla sulla riforma delle pensioni, nulla sulla creazione di posti di lavoro, nulla sul taglio del costo del lavoro”, ha osservato Serracchiani.

“Allora ci abbiamo pensato noi, e abbiamo presentato una serie di emendamenti importanti che avremmo gradito fossero stati presi almeno in considerazione da questa maggioranza, anche perché se si vuole creare lavoro in questo Paese bisogna intervenire, così come abbiamo fatto negli anni passati, su quelli che sono i nodi cruciali del mercato del lavoro. Sulle pensioni vi abbiamo invitato a prorogare l’Ape sociale, perché l’Ape sociale è in questo momento l’unico strumento che riesce a dare risposte ai lavoratori in difficoltà, disoccupati di lungo corso, lavoratori precoci, donne. Vi abbiamo invitato a farlo prorogando la cosiddetta “Opzione donna”. Vi abbiamo detto che sono due strumenti che, al di là della bandiera politica, del partito e della maggioranza che li ha creati, stanno funzionando. E visto che non c’è nessuna notizia all’orizzonte rispetto “quota 100” e al reddito di cittadinanza, almeno portate avanti queste proposte, almeno continuate a dare aiuto alle persone che in questo momento vi chiedono aiuto. Nulla! Bocciata sia la proroga dell’Ape sociale, da stabilizzare, sia Opzione donna”, ha proseguito l’onorevole.

“Allora vi abbiamo detto: se proprio non volete occuparvi di pensioni, almeno ragionate su “quota 100” in modo serio, anche perché si tratta di un intervento che porterà comunque al taglio delle pensioni per chi accederà a quello strumento. Diciamoci subito la verità, per come probabilmente lo immaginate, questo taglio potrà riguardare soltanto pensionati uomini del Nord con pensioni medio-alte, quindi escluderà le donne e il Sud, che, credo, per il Movimento 5 Stelle quantomeno debba essere un problema.

La nona salvaguardia degli esodati

Nel suo intervento, l’on. Serracchiani ha toccato il tema degli esodati non ancora salvaguardati. “Vi abbiamo chiesto di poter dare risposte puntuali ad esigenze puntuali. I precedenti Governi, di fronte ad alcune distorsioni, lo abbiamo detto noi per primi, della legge Fornero, hanno fatto ben otto salvaguardie, cioè sono riusciti a dare risposte a migliaia di persone che erano rimaste senza reddito.

Vi abbiamo chiesto: ce ne sono ancora 6 mila, sono gli ultimi esodati, fate la nona salvaguardia. No! Avete risposto “no” anche a questi esodati! E sono 6 mila e magari verranno qua sotto a ricordarvi che avevate promesso loro che al primo Consiglio dei ministri la riforma delle pensioni e della riforma Fornero avrebbe dato risposte anche a loro, eppure questa risposta non è arrivata, neppure nella manovra di bilancio“, ha puntualizzato Serracchiani.

Il commento del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”

Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, ha così commentato le parole pronunciate dall’esponente del Partito democratico in Aula sugli esodati e la nona salvaguardia:” All’ On. Serracchiani solo una domanda : Ma perché non avete chiuso “voi” con equità questo dramma degli esodati quando avevate tutti gli strumenti per farlo? Impossibile, ( pur con l’ educazione che come caratteristica del Comitato ci imponiamo e chiediamo), non porre ora ai componenti del governo della XVII legislatura questa ovvia straziante domanda”.

“Abbiamo penato tutto il 2017 con interrogazioni dell’allora straordinario on. Andrea MaestriWalter Rizzetto , non ci considerava nessuno. Scrivemmo lettere a Mattarella, a Gentiloni a tutti i parlamentari pur in chiusura di legislatura come ultimo atto di buon senso ….nulla …Eppur ricordiamo milioni ( 592) delle risorse degli esodati dati quali ammortizzatori a prepensionamenti bancari ; milioni( 180) a carnevali , milioni ( 720) tenuti a tesoretto ma neppure un alito di ascolto per un anno intero”, ha precisato Alboni

“Vero il detto ‘meglio tardi che mai’, ma c’è un ” # tardi” che vede famiglie disperate con cari non salvaguardati per 10, 20, 30 giorni fuori VIII e non per raggiunta equità di transitori (ce ne si poteva fare una ragione ) per tutti MA per divisioni assurde di categorie professionali di appartenenza. Tali da avere # esodati salvaguardati a 120 mesi , altri a 84, ed altri a 72 !!! Cara Seracchiani ottimo intervento ma talmente tardivo da indignare più che apprezzarlo”, ha concluso l’amministratrice del Comitato.

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