Pensioni 2019: le ultime novità sulla proroga di Opzione donna

Le ultime novità sulla proroga di Opzione donna, con il commento di Paola Viscovich, amministratrice del Gruppo Opzione donna: Le escluse.

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Il Governo sembra intenzionato a prorogare la misura sperimentale di Opzione donna. “Le ultime indiscrezioni prospettano una soglia di accesso alla pensione con Opzione Donna pari a 60 anni nel 2019 (57 anni + 1 anno incremento del requisito anagrafico + 7 mesi ADV 2016 + 5 mesi ADV 2019 + 1 anno di finestra mobile). Per le autonome un anno in più di requisito anagrafico e 18 mesi di finestra mobile, con pensionamento a 61,5 anni”, ha precisato Paola Viscovich, amministratrice del “Gruppo Opzione Donna: Le escluse”.

“Sembra invece confermata Quota 100 per il triennio 2019-2021 (62 anni e 38 di contributi)”, ha aggiunto. “L’elevata penalizzazione (circa 30%) e la vicina possibilità di accedere alla quiescenza con Quota 100 porterà sempre meno donne a scegliere OD”, secondo Viscovich, per la quale “nella stima dei costi per la proroga di Opzione Donna è necessario pertanto tener conto di queste nuove condizioni al contorno”.

Proroga di Opzione donna: i costi 

Nell’analisi dell’amministratrice del “Gruppo Opzione Donna: Le escluse”, “gli oneri devono essere stimati per un periodo estremamente ridotto, che varia da 6 mesi a massimo tre anni (2 anni medi per il raggiungimento dei requisiti di Quota 100), con una elevatissima riduzione rispetto alle stime iniziali effettuate tenendo conto di un anticipo di 7 anni rispetto alla pensione di vecchiaia o anticipata”. Inoltre, “i costi di chi aderisce ad Opzione Donna devono essere dedotti dalla stima degli oneri di Quota 100”.

Le richieste del Gruppo Opzione Donna: Le escluse

“Nel ripetere che Opzione Donna, a causa del calcolo interamente contributivo, è l’unica misura previdenziale che si autofinanzia e genera consistenti RISPARMI per le casse dell’INPS nel medio periodo, chiediamo a tutti gli esponenti del Governo del cambiamento di valutare con maggiore oculatezza il rapporto/costi benefici di questo provvedimento. La proroga per tutte le donne nate dopo il 31 dicembre 1959 ha costi irrisori, può e deve essere concessa subito”, ha sottolineato Paola Viscovich.

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