Pensioni 2019: inizia la mobilitazione sindacale contro il blocco delle rivalutazioni

Le ultime novità sulle pensioni provenienti dal maxi emendamento governativo al disegno di legge di bilancio 2019 hanno provocato l'inizio della mobilitazione dei sindacati dei pensionati.

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I sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno indetto una giornata di protesta il 28 dicembre 2018 con presidi davanti alle Prefetture, contro il blocco della rivalutazione delle pensioni previsto nel disegno di Legge di Bilancio 2019. “Il 28 dicembre sarà una giornata di mobilitazione in tutta Italia contro la decisione del governo di intervenire sulla rivalutazione delle pensioni. L’hanno fatto sottobanco e senza dire niente a nessuno. I soldi dei pensionati ancora una volta vengono rubati per fare cassa. È insopportabile”, ha dichiarato Ivan Pedretti  segretario generale dello Spi in un post.

In un comunicato unitario i sindacati dei pensionati hanno dichiarato: “Continua la vessazione dei pensionati. In tre anni la manovra sottrae 2,5 miliardi di euro dalle tasche dei pensionati intervenendo nuovamente sull’adeguamento delle pensioni all’inflazione. Ora diciamo basta. I pensionati faranno sentire la propria voce per denunciare l’ipocrisia del Governo che con una mano sembrerebbe dare ma con l’altra certamente toglie”. Pur essendo un periodo di festività, le strutture di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil cominceranno a manifestare davanti a tutte le prefetture d’Italia.

Il punto di Pedretti

“Sono dieci anni che la rivalutazione è bloccata”, ha chiarito Ivan Pedretti, nel suo intervento al direttivo dello Spi Cgil del Veneto. “Siamo contro questo tipo di politica, contro un governo a cui piace parlare di reddito di cittadinanza, ma non dice nulla sulla necessità di una legge sulla non autosufficienza. Dobbiamo essere più radicali”, ha precisato.

Le dichiarazioni di Annamaria Furlan e Gigi Bonfanti 

“Abbiamo appreso in queste ore che dal 2019 i pensionati saranno ancora una volta penalizzati perché, a differenza di quanto previsto, non verrà ripristinata la rivalutazione delle pensioni secondo i meccanismi più equi della legge 388/2000 ma interverrà un nuovo sistema di riduzione della perequazione per le pensioni superiori a 1.500 euro lordi al mese da cui il Governo conta di ricavare buona parte dei risparmi per finanziare le altre misure promesse. Questo è inaccettabile”, hanno dichiarato Annamaria Furlan e Gigi Bonfanti, rispettivamente segretario generale della Cisl e segretario generale dei pensionati della Fnp Cisl.

“Da anni la Cisl e la Fnp chiedono con forza che venga finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione che effettivamente risponda ai bisogni di milioni di pensionati e di pensionate e che permetta davvero di non far perdere il potere di acquisto delle pensioni, come di fatto oggi accade. E, invece, la risposta del Governo del Cambiamento si omologa alle prassi degli ultimi Governi: colpire e fare cassa con i pensionati ancora una volta e non agire in modo forte e determinato, ad esempio, contro l’evasione fiscale”, hanno precisato i leder sindacali.

Poco importa che le nuove regole abbiano modulato leggermente la riduzione percentuale prevista dalla legge in vigore fino al 2018 per gli assegni fino cinque volte il trattamento minimo. È il meccanismo che è profondamente sbagliato, perchè colpisce per intero il complesso dei trattamenti pensionistici e non procede in modo progressivo”, hanno puntualizzato.

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