Pensioni 2018: cresce il divario tra Nord e Sud sull’aspettativa di vita

Giuseppe Zito, segretario provinciale dell’Uil Pensionati di Reggio Calabria, ha svolto un'analisi sul crescente divario in maniera previdenziale tra il Nord ed il Sud del Paese. L'aspetto particolarmente indicativo, per il sindacalista è quello legato all'aspettativa di vita.

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Giuseppe Zito, segretario provinciale dell’Uil Pensionati di Reggio Calabria, ha svolto un’analisi sul crescente divario in maniera previdenziale tra il Nord ed il Sud del Paese. L’aspetto particolarmente indicativo, per il sindacalista è quello legato all’aspettativa di vita. Come riportato da “Il Giornale di Reggio Calabria”, Zito ha sottolineato l’allargamento del divario con particolare riferimento alla situazione dei cittadini calabresi.

Il sistema pensionistico, ha sottolineato il sindacalista, è basato sull’aspettativa di vita e nel Sud, in Calabria in particolare, essa è mediamente inferiore di cinque anni rispetto a quella dei cittadini padani. Il danno subito è doppio, quindi, in quanto si è obbligati ad andare in pensione più tardi, ma con un’aspettativa di vita inferiore.

Zito si è chiesto il motivo per il quale i cittadini del Sud abbiano un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quelli del Nord della Nazione ed ha sostenuto, con il supporto del parere di esperti, che ciò sia da imputare alla diversa efficienza del sistema sanitario, dovuto, nel caso della Calabria, alla complessità del territorio.

Pensioni erogate nel 2017 sul territorio nazionale.

Il divario esistente in ambito previdenziale tra il Nord ed il Sud del Paese è stato fotografato dai dati provenienti dall’Osservatorio Inps sulle pensioni relativi al 2017, che evidenziano come le pensioni siano state erogate in maniera differente a seconda della relativa posizione geografica. Al 1° gennaio 2018  risulta che il 48% delle pensioni viene erogato a pensionati residenti al Nord, il 19,2% al Centro, ed il 30,6% al Sud e nelle isole.

Scendendo nel dettaglio,  il 55,1% delle somme  che sono state stanziate all’inizio anno sono destinate all’Italia settentrionale, il 24,6% all’Italia meridionale e alle isole, il 19,7% all’Italia centrale e lo 0,6% ai residenti all’estero. Altre differenze si  possono notare sugli  importi degli assegni pensionistici percepiti. L’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.165,18 euro, ma il valore più elevato di 1.247,46 euro, viene registrato al Nord.

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