Papa Francesco, udienza generale oggi mercoledì 13 giugno 2018: “Ragazzi animatevi di una sana inquietudine!”

Oggi mercoledì 13 giugno 2018, in occasione della festività di Sant'Antonio di Padova, Papa Francesco celebrerà l'udienza generale in Piazza San Pietro.

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Ieri martedì 12 giugno 2018 il Pontefice ha celebrato l’omelia durante la messa celebrata a Santa Marta, mentre oggi, mercoledì 13 giugno 2018, celebrerà come di consueto l’udienza generale in Piazza San Pietro, in occasione anche della festività di Sant’Antonio di Padova.

I comandamenti della legge di Dio nell’udienza generale di oggi mercoledì 13 giugno 2018 di Papa Francesco.

Ci ricorda oggi Papa Francesco nell’udienza generale:”Iniziamo oggi un nuovo itinerario di catechesi sul tema dei comandamenti. I comandamenti della legge di Dio. Per introdurlo prendiamo spunto dal brano appena ascoltato: l’incontro fra Gesù e un uomo che, in ginocchio, gli chiede come poter ereditare la vita eterna”.

E in quella domanda c’è la sfida di ogni esistenza, anche la nostra: il desiderio di una vita piena, infinita. Ma come fare per arrivarci? Quale sentiero percorrere? Vivere per davvero, vivere un’esistenza nobile… Quanti giovani cercano di vivere e poi si distruggono andando dietro a cose effimere”.

Papa Francesco ci spiega che “il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo più grande della vita è un cattivo spirito di adattamento che non è mitezza o umiltà, ma mediocrità, pusillanimità.

Un giovane mediocre è un giovane con futuro o no? No! Rimane lì, non cresce, non avrà successo. La mediocrità o la pusillanimità. Quei giovani che hanno paura di tutto: “No, io sono così …”. Questi giovani non andranno avanti. Mitezza, forza e niente pusillanimità, niente mediocrità.

Il Beato Pier Giorgio Frassati – che era un giovane – diceva che bisogna vivere, non vivacchiare. I mediocri vivacchiano. Vivere con la forza della vita. Bisogna chiedere al Padre celeste per i giovani di oggi il dono della sana inquietudine. Ma, a casa, nelle vostre case, in ogni famiglia, quando si vede un giovane che è seduto tutta la giornata, a volte mamma e papà pensano: “Ma questo è malato, ha qualcosa”, e lo portano dal medico.

Papa Francesco ribadisce quello che deve essere il fine perseguito dai giovani: “La sana inquietudine e la capacità di non accontentarsi di una vita senza bellezza, senza colore”.

La vita del giovane è andare avanti, essere inquieto, la sana inquietudine, la capacità di non accontentarsi di una vita senza bellezza, senza colore. Se i giovani non saranno affamati di vita autentica, mi domando, dove andrà l’umanità? Dove andrà l’umanità con giovani quieti e non inquieti?

La domanda di quell’uomo del Vangelo che abbiamo sentito è dentro ognuno di noi: come si trova la vita, la vita in abbondanza, la felicità? Gesù risponde: «Tu conosci i comandamenti», e cita una parte del Decalogo. È un processo pedagogico, con cui Gesù vuole guidare ad un luogo preciso; infatti è già chiaro, dalla sua domanda, che quell’uomo non ha la vita piena, cerca di più è inquieto. Che cosa deve dunque capire? Dice: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza»

Come si passa dalla giovinezza alla maturità? Quando si inizia ad accettare i propri limiti. Si diventa adulti quando ci si relativizza e si prende coscienza di quello che manca. Quest’uomo è costretto a riconoscere che tutto quello che può fare non supera un tetto, non va oltre un margine.

La strada di quel che manca passa per quel che c’è. Gesù non è venuto per abolire la Legge o i Profeti ma per dare compimento. Dobbiamo partire dalla realtà per fare il salto in quel che manca. Dobbiamo scrutare l’ordinario per aprirci allo straordinario”, sottolinea Papa Francesco.

Le parole di Papa Francesco pronunciate durante l’omelia di ieri martedì 12 giugno 2018 a Santa Marta.

Nella messa di ieri a Santa Marta, ha spiegato Papa Francesco che noi cristiani dobbiamo essere “sale per gli altri, luce per gli altri, perché il sale non insaporisce se stesso, sempre al servizio. La luce non illumina se stessa, sempre al servizio. Sale per gli altri. Piccolo sale che aiuta ai pasti, ma piccolo…il sale non si vanta di se stesso perché non serve se stesso. Sempre è lì per aiutare gli altri: aiutare a conservare le cose, a insaporire le cose. Semplice testimonianza”.

Ha spiegato ancora Papa Francesco: “Noi non diciamo: buono il sale, ma diciamo buona la pasta, buona la carne. Di notte quando andiamo per casa, non diciamo: buona la luce. Ignoriamo la luce, ma viviamo con quella luce che illumina“.

In conclusione il Pontefice ci esorta ad essere sale e luce tutti i giorni:”Una bella preghiera per tutti noi, alla fine della giornata, sarebbe domandarsi: “Sono stato sale oggi? Sono stato luce oggi?”. Questa è la santità di tutti i giorni. Che il Signore ci aiuti a capire questo”.

“La testimonianza più grande del cristiano – come riporta Vatican News – è dare la vita come ha fatto Gesù, cioè il martirio ma c’è, appunto, anche un’altra testimonianza, quella di tutti i giorni, che inizia la mattina, quando ci si sveglia, e termina la sera, quando si va a dormire”.

Ci spiega il Papa che potrebbe sembrare una piccola cosa ma il Signore “con poche cose nostre fa dei miracoli, fa delle meraviglie”. Con un atteggiamento di “umiltà”, dobbiamo cercare soltanto di essere sale e luce, senza attribuirci meriti. Questa è la “santità di tutti i giorni”, a cui è chiamato il cristiano.

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